Aletti, boutique finanziaria e soluzioni personalizzate

Guglielmo Restelli

Il mercato del Private Banking in Italia è ricco di attori che hanno adottato modelli organizzativi profondamente diversi tra loro, ma tutti caratterizzati dall’obiettivo di garantire massima riservatezza e qualità nei servizi di investimento e di consulenza alla clientela.
Ma quali sono le differenze tra le banche specializzate e le divisioni delle banche universali?
Per approfondirle abbiamo incontrato Franco Dentella, vicedirettore generale vicario di Banca Aletti, la private e investment bank del gruppo Banco Popolare di Verona e Novara.
La clientela con patrimoni significativi si attende massima riservatezza e discrezione. Quali sono i vantaggi di una banca specializzata?
«La riservatezza e la discrezione sono elementi fondamentali dell’attività di private banking ed è certamente più facile garantirli in una banca specializzata come la nostra rispetto a una divisione di una banca tradizionale. L’informazione è infatti gestita con la massima attenzione ed è disponibile unicamente al ristrettissimo numero di persone deputate a garantire il servizio al cliente. Una scelta organizzativa importante che ci ha consentito inoltre di mantenere un tratto da boutique finanziaria, con un approccio “sartoriale” alla clientela, all’interno di un grande gruppo bancario in continua crescita. I nostri clienti, spesso referenti di articolati gruppi familiari, necessitano infatti di un approccio assolutamente riservato e personalizzato, caratterizzato da una logica di partnership di lungo termine. In questo senso risulta fondamentale anche il ruolo di Aletti Fiduciaria per individuare le migliori soluzioni in materia di strumenti per la tutela del patrimonio e per la gestione di dinamiche familiari e aziendali straordinarie e complesse».
Un approccio integrato alle esigenze dei nuclei familiari, quindi?
«Il cliente “private”, specie se rappresenta un intero gruppo familiare, manifesta una sempre maggiore propensione a delegare la gestione complessiva delle proprie esigenze patrimoniali al proprio consulente di fiducia, individuato in colui che con la massima professionalità condivide percorsi e obiettivi di lungo periodo. In quest’ottica Aletti intende distinguersi rispetto alla concorrenza per un approccio realmente integrato al family business con consulenza e soluzioni personalizzate a tutte le esigenze ordinarie e non che toccano le dinamiche familiari, la conservazione e la crescita del patrimonio e l’evoluzione, anche straordinaria, dell’attività o dell’azienda di famiglia».
Un approccio così sofisticato richiede elevate professionalità.

Come avete affrontato il tema delle competenze necessarie a garantire la massima qualità nelle attività di consulenza alla clientela?
«Stiamo investendo moltissimo nella crescita dei nostri private banker con un piano formativo continuativo e distintivo rispetto agli altri operatori del mercato: a una formazione finanziaria di altissimo livello realizzata con i migliori professionisti di Aletti delle strutture di wealth management e di investment banking, abbiamo affiancato un percorso formativo decisamente innovativo che abbraccia tematiche di più ampio respiro: diritto di famiglia e diritto societario, strumenti per la tutela del patrimonio, fiscalità, passaggio generazionale d’impresa e finanza straordinaria con particolare attenzione al private equity e alla quotazione in Borsa, ottimizzazione del patrimonio immobiliare».

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