Roma - Nel corso della relazione annuale
sullo stato della Giiustizia, il ministro Angelino Alfano ha sottolineato la necessità di "ripensare
adeguatamente la struttura, la composizione e la funzione del Consiglio superiore della Magistratura, ben
oltre all’esigenza di innovarne il sistema elettorale, che può essere modificato con legge ordinaria".
Non solo: secondo il ministro "per ottenere risultati duraturi non basta un’azione di tipo ordinario, occorre
procedere alla riscrittura di alcune fondamentali e strategiche regole costituzionali che, ferma
l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, attribuiscano al giudice il ruolo centrale nell’esercizio della
giurisdizione e garantiscano ad un separato ordine dell’accusa piena autonomia nell’esercizio dell’azione
penale, nonchè nello svolgimento delle indagini sulle notizie di reato che ad esso pervengano".
"Piano per smaltire arretrato civile" Il ministro della Giustizia, Angelino
Alfano, ha annunciato che "entro breve" persenterà "al consiglio dei ministri un piano straordinario per
smaltire l’arretrato della giustizia civile". "Soltanto con l’alleggerimento dell’enorme fardello dei
procedimenti arretrati - ha detto il Guardasigilli nel corso della relazione annuale sullo stato della Giustizia -
sarà possibile ottenere concreti benefici dalla riforma del processo vicile". "Il sistema processuale italiano
- ha infatti spiegato Alfano - riesce a smaltire quasi per intero il totale dei processi annualmente
sopravvenuti: nel 2008, su 4.826.373 procedimenti sopravvenuti qeulli esauriti sono stati 4.605.551, con un
saldo negativo di circa 220.000". "Il vero problema da risolvere - ha quindi concluso - è quello
dell’eliminazione dell’arretrato".
"Governo sostiene ddl su processo breve" "Il ddl sulla ragionevole durata del processo,
benchè di iniziativa parlamentare, è fortemente sostenuto dal governo". Il ministro della Giustizia Angelino
Alfano difende, nella relazione annuale sullo stato della giustizia alle Camere, sceglie di difendere il ddl sul
processo breve approvato oggi dal Senato. "Questa norma - dice - produrrà ulteriori risparmi di spesa,
conseguenti all’azzeramento del rischio della legge Pinto sull’equo indennizzo per l’eccessiva durata dei
processi, i cui costi aggravano in maniera pesante il bilancio della giustizia".
Inoltre, tutta la linea della relazione è in realtà mirata a a dimostrare che tagliare i tempi processuali è
parte "della strategia vincente del governo" per tagliare i tempi del sistema giudiziario.
Costi e tempi della giustizia "La lentezza dei
processi - dice infatti il Guardasigilli aprendo la relazione oggi al Senato - è un nemico insidioso, che però
si può vincere e il governo ha la strategia per farlo". Una strategia che adotta "tre linee essenziali:
l’adozione di misure organizzative, innovazioni legislative in materia di ordinamento e procedure giudiziarie
e previsione di un programma di impegni per il 2010".
Per dar forza alle proprie parole, Alfano elenca poi una serie di numeri: in Italia, dice il ministro, ci sono
5.625.057 processi civili pendenti, 3.270.979 processi penali, 65067 detenuti, di cui 24.152 stranieri.
Inoltre, prosegue nella serie Alfano, la "giustizia italiana è costata l’anno scorso circa 8 miliardi di euro".
Fra le lentezze più esasperanti, il ministro cita infine le "oltre 28 milioni di notifiche all’anno fatte a mano" e
il fatto che "il 12% dei processi penali viene rinviato per errori nelle notifiche".
Infine, il ministro ha ricordato anche che "il processo penale brucia in media 80 milioni di euro ogni anno
per dichiarare prescritti 170.000 processi all’anno. Oltre 30.
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