Alfonso Maria Mazurek

Alfonso Maria Mazurek era un padre carmelitano scalzo polacco di cinquantacinque anni. Era nell’Ordine dal 1912 e sacerdote dal 1916. Fu assassinato da un reparto di SS nel convento di Czerna, di cui era superiore, nel 1944. Anche lui fa parte del gruppo dei cento e otto polacchi martirizzati durante l’ultima guerra mondiale e beatificati nel 1999. Il cielo che si vuota di Dio, è stato autorevolmente detto, non resta vuoto ma si riempie di idoli. Com’è noto, la natura aborre il vuoto. Potremmo precisare l’affermazione di cui sopra in questo modo: quando il cielo si vuota del Dio cristiano si riempie di un idolo, la politica. E si tratta di un idolo a cui i sacrifici umani non bastano mai. Quelli che scientemente gli si votano, e non per spirito di servizio (al di là dei proclami ad usum populi) ma perché realmente la politica ha per loro preso il posto di Dio, talvolta non hanno nulla da invidiare agli asceti quanto a rinunce e personali sbattimenti. Talvolta, dopo una vita spesa e consacrata all’idolo, muoiono sul campo in corso d’opera. E va detto che quel dio spesso mantiene quanto aveva loro promesso: monumenti, piazze, strade intitolate a loro nome, esequie trionfali, commemorazioni della nascita e della morte. Tutta roba che dura fino a quando subentrano i seguaci di un altro idolo, che abbattono tutto e sostituiscono coi loro sacerdoti e asceti. Ma la domanda da cento milioni di dollari è questa: adesso, cosa se ne fanno? Domanda vecchia, l’aveva già detto Cristo duemila anni fa: che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?
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