Alfredo Pellicer Muñoz e José Canet Giner

Si tratta di due spagnoli, un frate francescano e un sacerdote dell’arcidiocesi di Valencia, ammazzati dagli anarco-comunisti nei primi mesi della guerra civile del 1936. Alfredo Pellicer Muñoz aveva solo ventidue anni. Era nato nel 1914 a Bellreguard, si era fatto frate e ancora frequentava il seminario quando venne fucilato. Si trattò di una esecuzione di gruppo, con fossa comune finale. I suoi resti non sono mai stati identificati.
Il prete José Canet Giner era suo compaesano, di dieci anni più vecchio. Nato nel 1903, aveva i fatidici «anni di Cristo» quando venne ucciso. Era vicario a Catamarruch e fu trucidato in località Pedrera de la Gandía. Più fortunato (se così si può dire) del giovane frate, il suo corpo riposa nel cimitero della chiesa di San Miguel Arcángel, nella sua città natale. Valencia era a quel tempo capitale della zona repubblicana e, all’inizio dell’anno successivo, un ministro poteva riferire al governo che in tutto il territorio della Repubblica «tutti gli altari, immagini e oggetti di culto, salvo pochissime eccezioni, sono stati distrutti, e la maggior parte di loro con vilipendio». Comunicava anche che le chiese erano state adibite a depositi, stalle, caserme, garage; il culto era sospeso e pure ogni comunità religiosa era stata cacciata dal proprio convento o monastero; era stato fatto divieto assoluto di tenere in privato immagini e oggetti di culto, e la polizia effettuava irruzioni e perquisizioni all’uopo. Infine, seguiva comunicazione sulla mattanza di frati, preti e suore.

Firmato, Manuel de Irujo, ministro.

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