CasertaLo ha perdonato dopo avere subito una violenza sessuale e atti di libidine dal papà. La storia a lieto fine lha scritta Alice (nome di fantasia), 22 anni, casertana, fra tre mesi sposa, con un ragazzo lucchese. Alice, nonostante gli abusi subiti quando era ancora minorenne e la seconda volta da pochi mesi maggiorenne, vuole accanto a sé il papà sullaltare, nel giorno delle nozze.
Ma cè un ostacolo: Domenico, 55 anni è in carcere da un anno e nove mesi. Il suo legale, lavvocato Antonio Cassino, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, sta cercando di ottenere dal Giudice di Sorveglianza un permesso per il giorno della nozze (senza accompagnamento della polizia penitenziaria). Cinque anni fa, quando aveva 17 anni, Alice, una bella ragazza di Capua (Caserta), subi lo choc di una violenza sessuale. Un orrore doppio se si considera che lautore dello stupro era il padre, Domenico, un operaio, allepoca 50enne, con il vizio dellalcol. Alice sfidò anche le chiacchiere di paese e andò dai carabinieri a denunciare il genitore, che fu fu arrestato, processato e condannato a 5 anni di carcere. Trascorsi i giorni della vergogna, Domenico decise di lasciare Capua con la famiglia: moglie, figlia e gli altri due maschi. Nuovo lavoro e nuova vita in Toscana. Ma tre anni fa ancora sotto leffetto dellalcol, loperaio tornò alle morbose attenzioni verso la figlia. Atti di libidine, questa laccusa che gli costò un nuovo processo e unaltra condanna a un anno e otto mesi. Da marzo del 2010 Domenico è rinchiuso nel carcere di Prato. Lo attende una lunga pena da scontare, 6 anni e otto mesi.
Dal marzo dello scorso anno, Domenico riceve in carcere solo la visita di Angela, la moglie. Unora nel parlatorio, i racconti della vita dura in cella ma, anche delle difficoltà fuori dalle mura carcerarie. Angela è rimasta da sola a portare avanti la famiglia, con il suo umile lavoro saltuario di artigiana e lincubo di perdere la casa dove vive con i tre figli, che rischia di essere pignorata, perché da sola non è riuscita a onorare il mutuo contratto con la banca.
La sorpresa mercoledi scorso, quando per la prima volta, accanto ad Angela nel parlatorio cera anche Alice, la figlia vittima delle violenze. Era commossa la ragazza, quando ha annunciato al papà «mi sposo». Poi attimi di silenzio e le parole che faticavano a uscire: «Portami allaltare. Voglio essere uguale alle altre ragazze che si sposano».
Dietro al perdono cè stato il grande lavoro di ricucitura dei rapporti tra padre e figlia portato avanti per anni da mamma Angela che il marito, invece, lo aveva perdonato subito, comprendendo il suo stato di alcolizzato. Tra le carte bollate si sta invece muovendo lavvocato Cassino, che per il suo assistito, oltre al permesso nel giorno delle nozze della figlia, vorrebbe anche un forte sconto di pena».
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