
Non c'è nulla di più stupido che trasformare un idiota in un martire. Cosa che peraltro succede spesso e a cui abbiamo pensato ieri quando abbiamo saputo che lo scrittore e comico irlandese Graham Linehan è stato arrestato all'aeroporto di Londra, dove era appena sbarcato in arrivo dagli Usa, per poi essere rilasciato dopo alcune ore. Ma col divieto di usare i social.
Il reato? Aver pubblicato tre tweet considerati anti-trans, il più duro dei quali recita: «Se un uomo transgender si trova in uno spazio riservato alle donne sta commettendo un atto violento. Fate una scenata, chiamate la polizia e se la cosa non si risolve dategli un pugno nelle palle» (Linehan sottintende che i trans siano più alti di una donna e quindi se questa gli sferra un pugno non lo colpirà nella pancia ma nelle parti basse: lo sappiamo, non fa ridere, ma per lui è una battuta). Insomma, è stato arrestato per istigazione alla violenza.
Ora. Nessuno più di noi è lontano dai discorsi d'odio, la transfobia, l'insulto gratuito... Ma siamo per la libertà di parola totale: per femministe, attivisti transgender, ProVita, ProPal, israeliani, per Rocco Tanica, persino per l'Albanese; insomma per tutti...
Ma a volte scusate: è un nostro limite fatichiamo a distinguere tra una pessima uscita, soprattutto se fatta da un comico, e un discorso d'odio.Ecco il motivo per cui pensiamo che la polizia dovrebbe astenersi dall'arrestare uno scrittore per degli stupidi tweet. Perché così non dobbiamo difenderlo.