Alimentare la paura? Non serve, ce n’è già fin troppa

«Il centrodestra soffia sul fuoco. Fa opera di sciacallaggio e strumentalizza l’aggressione di Tor di Quinto per alimentare le paure della gente»: frasi come queste sono riecheggiate ieri in quasi tutte le dichiarazioni degli esponenti di centrosinistra. Le polemiche - si sa - in casi come questo sono inevitabili. Ma intanto viene da pensare che, visto quello che succede nella nostra città, non c’è alcun bisogno di «alimentare le paure della gente». La gente ha già fin troppa paura. Lo dicono tutti i sondaggi. E il senso di insicurezza che si è ormai impadronito di larghe fasce della popolazione deriva proprio dai fatti di sangue che portano la firma di romeni. Ormai siamo di fronte a un tipo di violenza che non ha spiegazioni razionali e non risparmia nessuno: né giovani né anziani, né ricchi né poveri, né uomini né donne, né residenti in quartieri-bene né abitanti delle periferie più degradate. Nessuno può ritenersi al sicuro e ogni giorno chiunque può rischiare la vita per un nonnulla. «Quello che è successo a Tor di Quinto poteva capitare in qualsiasi altra parte della città» ha ammesso ieri l’assessore regionale ai Trasporti Franco Dalia. Una «voce dal sen fuggita» che la dice lunga sulla percezione della sicurezza tra i romani. La circostanza che sorprende, semmai, è la mobilitazione degli stati generali del centrosinistra in difesa di Veltroni, sfociata in una convocazione immediata del Consiglio dei ministri e nella decisione di varare un decreto urgente. Eppure di fatti che hanno suscitato orrore e sdegno come stavolta ce ne sono stati anche di recente. Basti ricordare il caso di Vanessa Russo, uccisa con un’ombrellata nel metrò, oppure quello di Luigi Moriccioli, massacrato a bastonate a Tor di Valle. Perché in quelle occasioni non si corse ai ripari in maniera così affannata? La spiegazione non può essere che nel ruolo di Veltroni: allora era semplicemente sindaco di Roma, ora è segretario del Pd e candidato premier in pectore del centrosinistra.

Il Veltroni di oggi ha aggiustato il tiro sull’emergenza-sicurezza, ma deve ancora spiegare ai romani quanti soldi pubblici ha speso in sei anni per i campi sosta, per i servizi destinati ai rom e per gli inutili sgomberi degli insediamenti abusivi. Nei primi 9 mesi del 2007 sono state spostate 5.241 persone, 830 delle quali ora si trovano in specifiche strutture. E gli altri?

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