Eleonora Barbieri
da Milano
Nuovi controlli da parte dei Nas e una rassicurazione: lunica certezza, finora, è che «non cè levidenza scientifica della tossicità dellItx». La questione del latte contaminato è stata al centro dellintervento di ieri alla Camera del ministro della Salute Francesco Storace, il giorno dopo il nuovo allarme lanciato da «Altroconsumo» e da Studio Aperto sulla presenza di tracce di inchiostro anche in altri alimenti, come succhi, panna e mozzarelle, tutti confezionati in Tetra Pak.
«Stiamo lavorando perché i cittadini possano stare tranquilli - ha spiegato il reponsabile della sanità -: è quasi pronto un accordo con le Regioni su ulteriori piani da attivare per far sì che i controlli siano sempre più coordinati. Stiamo lavorando per scongiurare ogni rischio». Nuovi controlli da parte dei Nas sono stati ordinati, a campione, sui prodotti confezionati in Tetra Pak, «a scopo precauzionale», dopo le ultime segnalazioni. Niente panico, però: «Il comprensibile allarme dei cittadini - ha sottolineato Storace - non deve tradursi nella stessa psicosi che si è generata a proposito del pollo».
Intanto proseguono i sequestri di alimenti sospetti. Ieri cinquanta confezioni di latte artificiale per bambini di marca Nestlè sono state prese in consegna dal Corpo forestale in alcuni supermercati di Somma Vesuviana e di San Sebastiano al Vesuvio, nel Napoletano. I controlli in Liguria avrebbero riscontrato tracce di Itx anche su prodotti, per lo più latte e suoi derivati, di altre marche italiane, diverse da Nestlè e Milupa: i risultati delle analisi sono già stati trasmessi alla procura di Ascoli Piceno, che conduce linchiesta.
La Tetra Pak, nel frattempo, ha ribadito di aver interrotto la fornitura di confezioni a stampa in offset a colori già dal 30 ottobre. La misura, come ha spiegato ieri il presidente per lItalia Paolo Nigro, era già stata adottata alla fine di settembre per quanto riguarda il latte per linfanzia, dopo le segnalazioni dellArpam e lallerta della Commissione Ue. «I tecnici si sono subito attivati per le analisi, rese più severe e le verifiche». Peraltro il sistema di stampa a ultravioletti rappresentava «soltanto il 3,5 per cento dei contenitori in commercio sul mercato italiano». Secondo lazienda, quindi, i dati di «Altroconsumo» non sarebbero corretti: in otto su nove dei prodotti considerati, infatti, la produzione dellimballaggio non prevede più lutilizzo dellItx. La società ha comunque ribadito di «rimanere a disposizione delle autorità sanitarie e della comunità scientifica».
Secondo lorganizzazione dei consumatori, però, le dichiarazioni del presidente di Tetra Pak non sarebbero affatto rassicuranti: «La stessa azienda ammette che lItx è stato utilizzato per prodotti tuttora in commercio - ha denunciato «Altroconsumo» -, come emerso dalle analisi che abbiamo diffuso». Piuttosto, sottolinea lassociazione, Tetra Pak dovrebbe fornire lelenco completo dei prodotti a rischio.
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