Alitalia: Aeroflot getta sul piatto un miliardo di dollari

«Pronti a investire, ma il governo prima si deve chiarire le idee» Il presidente di Air France rende esplicito l’interesse per la compagnia: «Mi aspetto colloqui entro ottobre»

da Milano

Jean-Cyril Spinetta non era mai stato così esplicito: in un’intervista a La Tribune ha dichiarato (e ammesso) che si aspetta una ripresa dei colloqui con Alitalia il mese prossimo. Riferendosi al presidente della compagnia italiana, Maurizio Prato, il numero uno di Air France ha detto: «Ci aspettiamo che entri in contatto con noi e che ciò avvenga senza dubbio a ottobre». Il consolidamento europeo, sottolinea Spinetta, «non è ancora compiuto e intendiamo partecipare alla nuova fase che si preannuncia. Conosciamo molto bene Alitalia che è un membro di Skyteam. Il nostro sistema di condivisione dei costi e delle entrate tra la Francia e l’Italia è d’altronde molto redditizio».
Dopo la lunga fase del, «a queste condizioni non c’interessa», e quella successiva, «se contattati, ascolteremo», ora l’attesa di colloqui è palese. Al di là delle parole, tuttavia, i rapporti tra le prime file di manager di Alitalia e di Air France non si sono mai interrotti - grazie anche all’«alibi» della partnership commerciale - e un ingresso di Parigi nel capitale di Alitalia viene tuttora considerato come la probabilità più realistica.
Ieri ha nuovamente confermato interesse per la compagnia italiana uno dai partecipanti alla gara indetta dal Tesoro e finita in fumo: Aeroflot. La compagnia russa ha riaperto il dossier lanciando la sua offerta: un miliardo di dollari. Dopo essersi ritirata in giugno dall’asta per «mancanza di condizioni», la compagnia ritiene ora che prima di qualsiasi nuova offerta sia il governo italiano a dover chiarire se veramente vuole mettere sul mercato la quota di controllo. «Ci sono persone all’interno del governo italiano - ha detto il vicedirettore generale di Aeroflot, Lev Koshlyakov - che preferiscono imporre alcune restrizioni pratiche che chiudono il mercato agli offerenti per l’acquisizione di Alitalia». Ma non solo. Secondo il manager «il governo italiano non ha una posizione chiara sul futuro di Alitalia, mentre dovrebbe essere interessato a farla ripartire». Aeroflot per il «pacchetto Alitalia» ha messo in agenda «oltre un miliardo di dollari» e per la sua sopravvivenza il tempo stringe.
«Non so per quanto ancora Alitalia possa andare avanti - spiega - senza un reale offerente. Dipende quanto il governo è ancora disposto a pagare». Un’offerta di Aeroflot non potrebbe comunque essere diretta; i diritti di traffico extra Ue ed extra Usa sono infatti regolati da rapporti bilaterali che vincolano l’esercizio alla nazionalità delle rispettive compagnie.

Proprio per rientrare entro questo perimetro, la compagnia che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, si sta adoperando per fondare, sarebbe composta per il 51% da capitali italiani e per il 49% da una compagnia straniera; la base sarebbe a Malpensa, ecco lo scopo dell’iniziativa. Oggi Formigoni incontrerà a Strasburgo il Commissario europeo ai Trasporti, Jacques Barrot, per un colloquio sulla situazione di Alitalia e sulle prospettive di Malpensa e del sistema aeroportuale del Nord Italia.

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