«Alitalia in Air France solo se risanata»

Saranno valutate anche altre possibilità, prima fra tutte Lufthansa

da Milano

Giovedì Giancarlo Cimoli ha ricevuto l’incarico di trovare un partner per l’Alitalia (più 0,7 in Borsa). Ieri la prima doccia fredda: Jean-Cyril Spinetta, presidente di Air France-Klm - l’alleato più probabile - ha ribadito quello che va ripetendo da 4 anni. E cioè che prima Alitalia deve risanarsi, poi potrà integrarsi con il vettore francese. Interrogato a Cannes, Spinetta ha confermato di non «avere nuove indicazioni rispetto a quanto detto altre volte, e cioè che non è previsto nessun rafforzamento dell’integrazione se prima non sarà completato il percorso di ristrutturazione finanziaria». Air France-Klm sarà in particolare attenta alla «qualità della performance economica» di Alitalia.
«Vedo Cimoli regolarmente. Con Alitalia abbiamo una cooperazione molto buona» ha detto Spinetta. Ma più volte nei mesi scorsi sono trapelate indiscrezioni su tensioni anche accese. Sedendo nel consiglio romano, Spinetta conosce perfettamente lo stato di salute e l’evoluzione della crisi di Alitalia: elemento che aiuta a interpretare (negativamente) le dichiarazioni di ieri e di sempre.
Ma ci sono alternative a un’alleanza con Air France? Se ci sono, hanno lo svantaggio di non essere già avviate come quella con Parigi. Ciclicamente circola il nome di Lufthansa, con cui le sinergie potrebbero essere interessanti; in passato da Francoforte è sempre arrivato un «no» secco, che nell’ultimo periodo sembra essersi intiepidito in un «quasi-ni». La nuova ipotesi di un’integrazione con Lufthansa dopo un’aggregazione tra Alitalia e Air One (che di Lufthansa è partner) è verosimile. Appare improbabile, d’altro lato, un’alleanza societaria con un partner più lontano, per esempio asiatico - come indicato in primis da Rutelli - perché tra alleati «stretti» è logico che ci debbano essere forti sinergie operative; per operare insieme delle rotte sono sufficienti accordi commerciali o l’appartenenza a una stessa alleanza, come Sky Team. Con Air France, oltre al 2% incrociato, c’è già molta operatività comune. Un partner extracomunitario, inoltre, non potrebbe detenere più del 49%.
Un’alleanza con Parigi avverrà giocoforza in condizioni di pesante subordinazione, anche se il nostro governo cercherà di strappare il più possibile incrociando su questo tavolo altre partite Italia-Francia, l’energia per esempio o cospicui ordini di Airbus. L’alleanza non risolverà, ma anzi aggraverà, il problema della strategicità dello scalo di Malpensa, poiché l’interesse prevalente di Parigi sarà quello di alimentare il de Gaulle. I voli intercontinentali di Alitalia dall’hub lombardo rischierebbero una drastica riduzione, mentre il ruolo di Fiumicino potrebbe essere, al contrario, valorizzato; e anche per questo verso un’alleanza con Air France c’è da aspettarsi il favore degli ambienti politici romani.


Non va dimenticato un precedente molto istruttivo: quando Air France ha acquisito Klm, gli accordi sottoscritti hanno previsto che il marchio della compagnia olandese e il ruolo di Amsterdam restassero intatti per cinque anni. Poi, non si sa.

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