Il «quasi» pareggio operativo (solo 6 milioni di deficit su 3.478 milioni di ricavi) è un «quasi» successo per lad Rocco Sabelli, che al pareggio si era impegnato per il 2011 quando aveva steso i primi business plan della compagnia. I conti approvati ieri dal cda fanno emergere lincremento di fatturato (più 7,9%) e di passeggeri trasportati (più 5,5%, a quota 25 milioni), ma devono registrare, allultima riga del bilancio, un risultato netto negativo di 69 milioni. I freni alla crescita di Alitalia sono stati molteplici, dallaumento del prezzo del petrolio (a 83 dollari nel 2010, a 110 nel 2011), agli eventi di diversa natura che hanno penalizzato i mercati del Giappone e del Nord Africa, alla più generale crisi economica, che ha fatto crollare le vendite dei biglietti con margine più alto (business). Tuttavia non si può negare che in un panorama del trasporto aereo piuttosto in difficoltà, la compagnia abbia avuto un anno positivo: anche in termini di qualità, puntualità, investimenti. Pure Air One, compagnia chiamata «smart carrier» - non tradizionale e non low cost - ha incrementato i passeggeri addirittura del 25%, arrivati a 1,4 milioni.
Tutto questo, mentre i grandi carrier, a cominciare da Air France-Klm, primo azionista di Alitalia, sono costretti a varare bilanci in profondo rosso . È lecito dunque chiedersi: come mai la compagnia italiana vola controcorrente? La risposta sta nella sua nascita recente e agevolata: Alitalia ha potuto riorganizzarsi e rendersi più efficiente prima degli altri, anticipando misure di tagli di costi e di miglior utilizzo delle risorse con le quali i concorrenti sono ancora alle prese. Nella riunione di ieri, Rocco Sabelli ha presentato le sue dimissioni da direttore generale, mantenendo la carica di ad; come direttore generale è stato nominato Andrea Ragnetti, che allassemblea di bilancio prenderà il posto di Sabelli (che lascerà per fine mandato) anche come ad. Come previsto, dunque, nei prossimi due-tre mesi, i due manager lavoreranno fianco a fianco.
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