Paolo Stefanato
da Milano
È sempre scontro tra il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, e Giancarlo Cimoli, presidente e amministratore delegato dellAlitalia. Più volte il ministro ha «sfiduciato» Cimoli. Ieri si è espresso negativamente sulle decisioni del consiglio della compagnia svoltosi la settimana scorsa. «Mi sembra che dalle decisioni del cda di Alitalia non emerga una significativa attenzione per quanto è stato stabilito nellultimo incontro di Palazzo Chigi del 10 ottobre», ha scritto Bianchi in un comunicato. «In particolare, non si tiene conto dellopportunità di legare strettamente la politica aziendale della compagnia con il più generale piano di riassetto del sistema del trasporto aereo del Paese al quale il ministero dei Trasporti sta lavorando».
«Prendo atto - ha continuato Bianchi - di questo indirizzo assunto dallazienda in autonomia, ma mi auguro che ciò non determini significativi scostamenti tra i due percorsi. Se così fosse, questo non faciliterebbe certo la ricerca di soluzioni efficaci per un problema, come quello dellintero sistema del trasporto aereo, che richiede la partecipazione attiva e responsabile di tutti i protagonisti». Da molti anni i governi stanno lavorando, senza esito, a un riordino e a una riclassificazione degli aeroporti italiani, che hanno vissuto una fase di sviluppo quasi «selvaggio», cavalcato dalle compagnie a basso costo e dai vettori stranieri interessati ad alimentare i proprio scali dinterscambio. Non sarà facile intervenire con equilibrio in una situazione che appare, per tanti versi, già sfuggita di mano.
Da parte sua, il ministro del Tesoro, Tommaso Padoa-Schioppa - azionista di maggioranza dellAlitalia - in unintervista a un quotidiano tedesco ha detto che «lepoca degli interventi statali è finita da tempo. Il governo come principale azionista di Alitalia cercherà una soluzione nellottica di mercato».
Al di là, comunque, delle dichiarazioni e del dibattito politico, la situazione dellAlitalia (meno 1,7% in Borsa) sembra in un pericoloso stato di stallo. Limpegno assunto è quello di ricercare, innanzitutto, unalleanza con un partner industriale, con il quale coordinare il nuovo piano industriale. Ma è difficile pensare che, allimprovviso, un cavaliere bianco si faccia carico di mali ventennali che nessuno ha saputo risolvere. Jean-Cyril Spinetta, presidente di Air France, ha ripetuto quello che va dicendo da tre anni: ben venga Alitalia, ma quando avrà i conti a posto.
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