Alitalia, dall’1 dicembre Cai si accolla le perdite

Ma la Nuova Alitalia targata Cai partirà il 1º dicembre, come vuole il commissario straordinario Augusto Fantozzi (e come ieri ha ribadito anche il direttore generale dell’Enac, Silvano Manera), oppure il 15 dicembre, come ha sempre dichiarato la società guidata da Roberto Colaninno? Ieri si è svelato l’arcano. Il passaggio di consegne avverrà, ufficialmente, il 1º dicembre, data dalla quale Cai si assumerà tutti i ricavi e i costi (e tutte le perdite) derivanti dal perimetro di attività acquisite. Questo aspetto è quello che sta a cuore al commissario. Il passaggio della gestione avverrà quando Cai sarà pronta; la società è in attesa che si sblocchino alcune condizioni che rendono ancora incerta la data, indicativamente fissata, appunto, per la metà del mese.
Di queste condizioni - i responsi dell’Antitrust, del «monitoring trustee» europeo e l’accordo sulla mobilità del personale - Colaninno e il suo ad Rocco Sabelli hanno parlato ieri, a Palazzo Chigi, con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e con il sottosegretario Gianni Letta. I vertici di Cai hanno illustrato le linee del piano, con riferimento particolare al futuro degli aeroporti di Milano e Roma, e allo sviluppo del traffico intercontinentale di Malpensa. Qui i voli di lungo raggio, che oggi sono cinque, saliranno a dieci nel 2009 e (almeno) a 14 nel 2013. Tra le nuove rotte più prossime dovrebbero esserci Shanghai e Pechino (nuove), Seul e Rio (ripristini). Tutta la strategia intercontinentale è comunque oggetto di trattativa con i candidati partner stranieri (Air France e Lufthansa). In ogni caso Cai è perfettamente consapevole che solo a Malpensa potrà intercettare quella domanda business su cui si gioca buona parte della redditività di ogni compagnia.
Tra le condizioni che ancora impediscono a Cai l’avvio, c’è l’accordo sulla mobilità (ieri slittato) che seguirà quello già raggiunto sulla cassa integrazione. Solo successivamente Cai potrà inviare a 12.639 dipendenti di Alitalia le lettere di (ri)assunzione. Nonostante nella notte di lunedì l’intesa sulla Cigs sia stata sottoscritta solo dai confederali (assenti piloti e hostess del «fronte del no»), la legge vuole che la cassa sia ugualmente applicata a tutti, così come lo sarà la mobilità. Anche il personale che tutt’oggi boicotta l’azienda, insomma, ha diritto agli ammortizzatori eccezionali previsti dalla legge Marzano: 7 anni in tutto, all’80% dello stipendio effettivo.


Ma se i dipendenti in cassa integrazione rifiuteranno l’eventuale offerta individuale di Cai, essi perderanno i benefici della cassa, che la legge interrompe nel caso in cui un dipendente assistito dagli ammortizzatori rifiuti un lavoro o un’attività di formazione. Questo stabilisce la legge, e questo hanno più volte ricordato i ministri Sacconi, Matteoli e lo stesso presidente Berlusconi.

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