Alitalia, domani piano e aumento

Convocato il consiglio di amministrazione. Raggiunto nella notte l’accordo sindacale

da Milano

Se ieri il presidente e ad di Alitalia, Giancarlo Cimoli, ha firmato la convocazione del cda per domani mattina alle 11, lo ha fatto evidentemente con due certezze: che entro quel termine la trattativa sindacale in corso si sarebbe conclusa favorevolmente, e che l’atto di riunire il consiglio per varare gli adeguamenti del piano industriale non avrebbe irritato i lavoratori. Nella tarda notte di ieri, in effetti, è stato trovato un primo accordo: Alitalia e sindacati hanno raggiunto un’intesa sui risparmi sul versante del lavoro da inserire nell'aggiornamento del piano industriale, per un totale di 65 milioni. L'accordo non prevede interventi in busta paga ma azioni di ottimizzazione dei processi organizzativi del lavoro utilizzando i contratti vigenti.
Il consiglio di domani conferma anche il recupero di fiducia ottenuto dal manager negli ultimi giorni, dopo uno «sbandamento» che lo vedeva addirittura in uscita dalla compagnia. Ieri il ministro del Lavoro, il leghista Roberto Maroni, ha detto: «Escludo un avvicendamento del management di Alitalia». Pietro Lunardi, titolare dei Trasporti, ha confermato: «Solo restando può portare a termine la sua opera».

Secondo fonti bene informate, il più importante sponsor di Cimoli, nelle ultime settimane, non sono state parti politiche, ma Deutsche Bank, l’istituto che coordinerà il consorzio di garanzia per l’aumento di capitale, che crede nel piano di risanamento e ha sostenuto il manager. Del consorzio, secondo indiscrezioni, faranno parte otto istituti, tra i quali Banca Intesa, Unicredit, Bnl e Capitalia.

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