da Milano
La data cruciale è lunedì 31 marzo: quel giorno scadrà la proposta di Air France per l’acquisto di Alitalia. L’operazione, approvata sabato notte da un consiglio durato 15 ore, andrà avanti se saranno rispettate le condizioni poste da Parigi; cosa che, in questo momento, appare tutt’altro che scontata. Innanzitutto, il ministero dell’Economia deve impegnarsi ad aderire alle offerte pubbliche (su azioni e obbligazioni) che saranno eventualmente lanciate. Poi, nell’ordine: l’assenso dei sindacati sui tagli in Alitalia (1.600 persone) e sul nuovo modello organizzativo di Alitalia Servizi (che interesserà 4-5mila dipendenti); la garanzia scritta delle autorità a mantenere l’attuale portafoglio di diritti di traffico dell’Alitalia, e di non discriminarla all’atto di ogni futura richiesta; un accordo con Aeroporti di Roma perché siano garantiti i livelli di efficienza richiesti dal piano industriale di Alitalia; un accordo (con Fintecna) per il riassorbimento in Alitalia di attività di handling e manutenzione oggi in capo ad Alitalia Servizi (circa 1.500 persone); una soluzione per sollevare Alitalia dal rischio di dover pagare i danni alla Sea per l’abbandono di Malpensa come hub (se sarà varato un decreto legge, Air France chiede anche la conversione). Altra condizione: il Tesoro deve concedere un prestito all’Alitalia, da rimborsare dopo l’aumento di capitale. La cifra è stata resa ufficiale su richiesta della Consob: 300 milioni, necessari per dare respiro alle esauste casse della compagnia. Visto l’odore di aiuto di Stato, probabile che sia necessario un via libera da Bruxelles.
Se tutte queste richieste saranno soddisfatte entro il mese, Air France procederà, presumibilmente entro giugno, con la sua offerta economica. I numeri sono peggiori delle peggiori congetture degli ultimi giorni: l’azione Alitalia viene valutata circa 10 centesimi, contro i 54 della chiusura di venerdì a Piazza Affari. Significa che stamattina, in Borsa, se ne vedranno delle belle. Il prezzo non è indicato precisamente, ma lo si evince dal concambio proposto: 160 azioni Alitalia contro un’azione Air France (che venerdì a Parigi ha chiuso a 15,99 euro). Quasi un terzo rispetto alle indicazioni dell’offerta non vincolante di dicembre: 35 centesimi. L’intera compagnia viene dunque valutata 138,5 milioni di euro: d’impatto, può sembrare offensivo. Air France lancerà un’Opa per le obbligazioni Alitalia sul mercato, al prezzo di venerdì scorso, e cioè 0,31 euro; in tutto, altri 608 milioni.
Parigi pone anche una clausola, verrebbe da dire, tutta «italiana»: chiede infatti che il governo, inteso come organo collegiale, non assuma alcuna decisione né faccia alcun pubblico annuncio fortemente contrario all’operazione. Ministri avvertiti.
Ma che cosa è pronta a fare Air France per rilanciare Alitalia? Da un punto di vista economico, getta sul piatto - subito dopo il completamento dell’operazione - un aumento di capitale di 1 miliardo di euro. Nella prima offerta la cifra era di 750 milioni, e l’incremento spiega il calo del prezzo per azione; meglio far affluire denaro nella compagnia che consegnarlo ai suoi azionisti.
Se le offerte andranno a buon fine, Alitalia sarà controllata dalla holding Air France-Klm, nella quale siederà per sei anni un consigliere italiano (in virtù della quota dell’1,4% che possiederà il Tesoro dopo il concambio). Alitalia resterà una società autonoma, di diritto italiano, manterrà nome, marchio, logo e livrea italiani. Se e quando la holding raggiungerà il 100% del capitale, il nome Alitalia potrà essere aggiunto a quelli di Air France e Klm nella denominazione della capogruppo.
Per quanto riguarda il piano industriale 2008-2010, parte integrante della proposta, esso è perfettamente in linea con il piano di sopravvivenza varato in settembre, che già fu redatto in accordo con Parigi. Riassumendo: unico hub a Fiumicino, a Malpensa traffico punto a punto (con voli low cost), severa riduzione della flotta, fino a 137 aerei (dai 186 del 31 dicembre scorso); ma con contestuali investimenti per 850 milioni che permetteranno di aumentare il numero dei velivoli a partire dal 2011.
L’intento è di riportare Alitalia in utile operativo nel 2010. Nell’immediato saranno avviate azioni di miglioramento della qualità e del servizio alla clientela, più comfort col riallestimento di aerei e sale di attesa, catering e intrattenimento rinnovati.
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