Paolo Stefanato
da Milano
Il vertice di Alitalia si è allineato scrupolosamente alle linee dettate dal governo e, nella sua riunione di ieri, si è astenuto dall’approvare misure di aggiornamento al piano industriale - che ha solo esaminato - mettendo invece in primo piano la ricerca di un’alleanza strategica con un’altra compagnia: e in questo senso un mandato ufficiale è stato attribuito al presidente e amministratore delegato, Giancarlo Cimoli, che dovrà valutare «da subito opzioni di intesa strutturale con altro vettore, finalizzata alla generazione di sinergie industriali e alla massimizzazione della redditività della compagnia». L’adeguamento del piano industriale, che avverrà successivamente, dovrà «tenere conto di tali opzioni strategiche». Ora, dunque si passa dalle parole ai fatti. Saranno concretamente esplorate le intenzioni di Air France, la compagnia più vicina all’Alitalia grazie a uno scambio azionario del 2%, ad aree di operazioni in comune e alla partecipazione a SkyTeam. Con Air France intese già sottoscritte prevedono, «alla fine di un percorso», l’integrazione, e la penale per stracciare quei contratti è di 80 milioni (più i costi industriali di «allontamento»). Ma sarà proprio questo il momento in cui si potrà constatare il reale interesse di altri possibili partner: a cominciare da Lufthansa, che, secondo ingegnose ipotesi, potrebbe entrare in gioco dopo una fusione «italiana» con Air One.
Lo stesso consiglio ha esaminato l’andamento economico dei primi otto mesi: ricavi pari a 3.101 milioni (meno 82 milioni rispetto al budget), costo per il carburante 678 milioni (di 25 milioni superiore alle previsioni), costo del lavoro di 510 milioni (superiore di 40 milioni). I conti sono dunque ampiamente disallineati rispetto ai preventivi, che oggi appaiono dunque ben poco azzeccati; ma la compagnia «si attende per il secondo semestre il conseguimento di un risultato operativo e netto in utile, anche per effetto del concorso di alcune partite non ricorrenti» (la cessione di terreni). Il cda ha anche rassicurato sul fatto che i flussi di cassa sono sufficienti per resistere per un periodo di 12 mesi.
Il consiglio ha discusso su quali saranno le linee per una revisione del piano industriale, che avrà un arco temporale 2007-2009, e sarà nuovamente suddiviso in una prima fase di risanamento (obiettivo mancato nell’anno in corso), e una seconda di rilancio. Ma prima che queste linee si concretino nel documento, dovrà essere avviata l’alleanza con un’altra compagnia, alla luce della quale sarà varato e avviato a realizzazione il nuovo piano.
L’obiettivo, riconfermato ieri, è quello di fare dell’Alitalia «un vettore a rete (network carrier) altamente efficiente». Per ottenerlo, si prevede di intervenire su tutte le aree chiave della compagnia: sarà ampliata la flotta per ottenere un aumento della capacità di offerta; sarà risidegnata la rete per espandere l’attività; saranno adeguatamente valorizzate le compagnie del gruppo, e un’azione particolare riguarderà il posizionamento in nuovi mercati attraverso la neo-acquisita Volare. Gli obiettivi puntano anche su un miglioramento del servizio e uno sviluppo delle vendite, con la ricerca di riduzione dei costi commerciali grazie all’attenzione ai canali diretti di vendita.
I propositi comunicati, nella loro genericità, non possono che essere condivisibili. Si tratta piuttosto di vedere come saranno messi in pratica nel dettaglio, e come saranno accettati da sindacati e mercato.
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