da Milano
Mentre Paolo Alazraki (che si definisce «mercante di soldi») annuncia di voler avere nuovi incontri con i sindacati, senza il cui appoggio non presenterà alcuna manifestazione dinteresse per lAlitalia, fra i pretendenti alla compagnia spunta Texas Pacific group, la società che gestisce il fondo di private equity numero due a livello mondiale. Lo ha scritto il Times, citando alcune fonti vicine al dossier secondo cui Tpg potrebbe svolgere il ruolo di «cavaliere bianco nei confronti di Air France». Texas Pacific, tuttavia, «nutre preoccupazioni sul valore e la struttura di qualsiasi accordo»: in particolare, la società avrebbe dei dubbi sui due hub, Fiumicino e Malpensa, e sulla valutazione della compagnia, considerata troppo alta. E, per questo, si ipotizza unofferta al di sotto del valore di mercato. Tpg inoltre, annota il quotidiano londinese, «a differenza di altri gruppi di private equity, ha un lungo passato fatto di investimenti nelle compagnie aeree». Lo conferma il ruolo svolto nella scalata sullaustraliana Qantas assieme al gruppo Macquarie, o i passati investimenti in Continental Airlines, America West e Ryanair. Tpg potrebbe convergere nella cordata guidata da Rothschild (Franco Bernabè), e questultima avrebbe avviato consultazioni anche con Apax e Bc partners.
Secondo ipotesi che non trovano conferme, anche Mario Resca (McDonalds) starebbe lavorando per riunire un gruppo di investitori interessati a rilevare la compagnia. Tra i potenziali partecipanti ci sarebbero alcuni fondi di private equity americani. Valutazioni in corso anche per M&C di Carlo de Benedetti che domani riunirà i propri soci a Milano per decidere se e come partecipare alla gara per Alitalia. Air France - che già possiede il 2% della compagnia italiana - avrebbe nominato il proprio advisor legale: lo studio Gianni Origoni, Grippo & partners.
Le manovre in vista del 29 gennaio non hanno avuto ieri riflessi sul titolo in Borsa, che ha ceduto lo 0,19%. Tornando ad Alazraki, la Uil ha nettamente negato di accettare incontri prima di fine gennaio; egli ieri ha spiegato di puntare a rilevare il 39,9% del capitale dal Tesoro, lasciando allo Stato una quota del 10% «perché altrimenti sarebbe un cattivo segnale per il mercato».
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