Porto Rotondo (Olbia) - La cornice è la lussuosa serra di Villa Certosa, con una ampia zona riservata all’ormai nota collezione di farfalle che vengono da tutto il mondo. Di tutte i colori e di tutte le dimensioni, chiuse dentro un’enorme voliera tra piante e fiori tropicali. Un palcoscenico informale, dunque, per la prima conferenza stampa internazionale del Cavaliere da premier in pectore. A suggellare un faccia a faccia che non ha i crismi dell’ufficialità né le rigidità del protocollo diplomatico. «Siamo vecchi amici - spiega Vladimir Putin - e sono venuto a trovarlo perché mi mancava».
E infatti il leader del Cremlino e Silvio Berlusconi sono rimasti a chiacchierare fino alle tre di notte, quando i fuochi d’artificio in onore del leader russo si erano spenti sotto la pioggia battente ormai da oltre due ore. Con tanti temi sul tavolo. Primo fra tutti l’Alitalia. Sulle rotte della nostra compagnia di bandiera, confermano infatti i due leader, potrebbe esserci Aeroflot. «La situazione - spiega il Cavaliere - è aperta. Non abbiamo nulla contro la soluzione Air France, ma ci piacerebbe che desse vita ad un gruppo internazionale in cui Alitalia possa partecipare con pari dignità». «Con Putin - aggiunge - abbiamo pensato che potrà esserci un tavolo per vedere se si potrà procedere a un rafforzamento di entrambe le compagnie, Alitalia e Aeroflot, per dare vita a un gruppo internazionale di prestigio. Il risultato dipenderà dalle trattative delle due aziende. La situazione però non è facile perché bisogna saldare il debito e farla tornare al profitto».
Berlusconi e Putin si «trovano in sintonia» su molte questioni, dalle forniture di gas alla possibilità di incrementare le nostre relazioni con la Russia. «Tra l’Eni e Gazprom - spiega il Cavaliere - esistono molte possibilità di ampliamento della collaborazione». Si aprono, insomma, prospettive «certamente interessanti». E anche Putin si dice sicuro che esistano «ulteriori possibilità di cooperazione». Berlusconi, poi, torna sulla missione italiana in Libano e conferma che «non ci saranno cambiamenti». «Resteremo insieme ai nostri alleati - aggiunge - ma con i militari approfondiremo l’opportunità di cambiare le regole d’ingaggio».
Breve digressione, poi, sulla politica interna perché la domanda sullo stato dei rapporti con Umberto Bossi è d’obbligo. La Lega, infatti, continua a tenere alta la tensione nella speranza di far valere il suo ottimo risultato elettorale per strappare un ministero in più di quanto inizialmente previsto. Per dirla con le parole di Berlusconi «si sta verificando quel che è normale che accada durante la formazione di un governo». Ma, assicura il Cavaliere, «i rapporti con Bossi sono straordinari» e «non c’è assolutamente alcuna frizione». Insomma, «è chiaro che ogni forza politica tende ad avere una presenza più incisiva», ma «è il presidente del Consiglio che proporrà i ministri».
Comunque, la querelle con la Lega va risolta al più presto, anche perché il 29 aprile si riuniscono le Camere per la prima seduta e Berlusconi è deciso ad arrivare a quella data con la lista dei ministri già chiusa. Altrimenti, il rischio è che nella partita governativa entrino anche le votazioni per i due presidenti delle Camere.
Per questo, dopo la lunga telefonata di giovedì sera, domani sera o al più tardi lunedì il Cavaliere incontrerà il leader del Carroccio per cercare di chiudere la partita. «Quando siamo faccia a faccia - spiegava Berlusconi ai suoi collaboratori ieri sera - io e Umberto non abbiamo alcun problema a far tornare le cose...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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