Alitalia, ultimatum dei sindacati a Prodi

Subito un piano e nuovo vertice. Per i due sabotaggi presto un’indagine

da Milano

I sindacati avvertono Prodi: salvare Alitalia si può ancora, ma è rimasto davvero pochissimo tempo.
E suggeriscono gli interventi: occorre immediatamente una persona in grado di invertire subito la rotta nella gestione operativa (recuperando regolarità dei voli e migliorando la manutenzione) e nella produzione (vendita e network). Aspettare il nuovo piano industriale del governo, cioè tre mesi, sarebbe troppo tardi. Ma anche solo tre settimane potrebbero voler dire la fine della compagnia, e allora Prodi in prima persona se ne assumerebbe tutta la responsabilità, visto che ha avocato a sè il dossier sull'Alitalia.
È con questo ultimatum, posto anche come condizione per proseguire il confronto con il governo, che i leader di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Unione Piloti si presenteranno martedì 10 ottobre (assieme ad Anpac, Anpav, Avia e Sult, convocati questa volta per parlare solo di Alitalia) all'incontro a palazzo Chigi con il premier, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta e i ministri dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, dei Trasporti Alessandro Bianchi e del Lavoro Cesare Damiano. È l'ultimo allarme che non lascia più spazio a tentennamenti o ulteriori dilazioni.
Romano Prodi è, quindi, atteso domani con chiare linee strategiche sull'Alitalia e su una «possibile forte capitalizzazione o anche altre forme di integrazione», come annunciato sabato da Bianchi.


Frattanto in merito ai due sabotaggi avvenuti alcuni giorni fa, il procuratore della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore ha dichiarato che «è chiaro che, se e quando ci dovessero arrivare gli atti, non li metteremo certo nel cassetto. Se ci sono indagini da fare le faremo subito». Sui fatti l'ad dell'Atitech (gruppo Alitalia), Ernesto Sant'Elia, ha presentato denuncia contro ignoti.

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