Perdite dimezzate a fine dicembre rispetto ai 274 milioni di euro del 2009 e break even nel 2011 senza dover ricorrere a un aumento di capitale: gli obiettivi a breve di Alitalia sono noti. Meno chiaro, però, è se per conseguirli la compagnia intenda mettere mano agli organici, riducendoli. Ieri mattina il Corriere della Sera dava conto di un piano in base al quale, entro lanno, lazienda guidata dallamministratore delegato Rocco Sabelli prevede 1.200-1.400 tagli, ai quali va aggiunto il mancato rinnovo del contratto per 600 precari. Lo stesso Sabelli avrebbe illustrato queste linee strategiche lo scorso 2 settembre davanti a una platea di 400 dipendenti del gruppo. Evitando però di citare la parola esuberi, sostituita dalla più elegante formula «recuperi di efficienza ed esternalizzazioni». Sempre secondo il Corriere, Alitalia si prepara nella sostanza a riportare gli organici dagli attuali 14mila ai 12.600 previsti dal piano Fenice con cui la società passò nelle mani della cordata capitanata da Roberto Colaninno. Non solo. I risparmi attesi nel secondo semestre, per un totale di 108 milioni di euro, verrebbero conseguiti anche attraverso la vendita di servizi di manutenzione e materiali. Fin qui la versione del quotidiano di via Solferino, confermata anche da una fonte sindacale interpellata dal Giornale e dalla pubblicazione (che poi sarebbe stata rimossa) sullIntranet aziendale del resoconto della riunione. «È una ricostruzione che smentiamo - hanno però detto fonti vicine al vertice della compagnia -; non sono previsti incontri con i sindacati su esuberi o licenziamenti». «Mi auguro si tratti di una notizia priva di fondamento. Ai lavoratori non si possono chiedere altri sacrifici», ha affermato il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini.
Ma oltre ad Alitalia, sono molti altri i fronti caldi aperti dalla crisi. Eccone la mappa.
Fincantieri. La chiusura di due cantieri e tagli per quasi 2.450 addetti. È quanto prevederebbe il piano industriale 2010-2014 di Fincantieri. I sindacati hanno convocato unassemblea dei delegati per domani a Roma e uno sciopero di otto ore già in programma per il primo ottobre. Il cantiere di Castellamare sarebbe chiuso e riconvertito in una marina turistica; stessa sorte per quello militare di Riva Trigoso, che vedrebbe le sue produzioni meccaniche trasferite a Sestri Ponente, a sua volta dimezzato.
Telecom. Laccordo sugli esuberi è già stato raggiunto il 4 agosto. Lintesa prevede 3.900 uscite, tutte volontarie, contro gli oltre 6.800 tagli previsti inizialmente dal piano triennale. La vicenda, che era cominciata sotto i peggiori auspici a metà luglio con lavvio delle procedure di licenziamento per 3.700 dipendenti, si è conclusa stabilendo che nessuno verrà licenziato unilateralmente, così come sembrava allinizio.
Fiat. Il piano Fabbrica Italia non prevede esuberi. Ma per Pomigliano, ad esempio, i sindacati temono licenziamenti con larrivo della newco, la nuova società alla quale dovrebbe essere affidato limpianto. Per Termini Imerese il capitolo è ancora da scrivere: mercoledì è previsto un tavolo al ministero dello Sviluppo economico per fare il punto sulle offerte di acquisto al vaglio delladvisor Invitalia; il Lingotto ha deciso di chiudere a fine 2011.
Eni. Rischio esuberi per la raffineria di Gela. Il 6 settembre la direzione ha comunicato al sindacato il taglio di 400 lavoratori dei 1.350 in organico entro il 30 dicembre prossimo. Il confronto è aperto.
Merloni. A giugno è stata firmata la proroga della cassa integrazione straordinari per circa 3.100 lavoratori del gruppo Antonio Merloni. Nel Piano Italia, approvato a inizio estate dal cda di Indesit Company, sono previsti investimenti di 120 milioni nel triennio ma anche la chiusura degli stabilimenti di Brembate (Bergamo) e Refontolo (Treviso) nei quali lavorano 500 lavoratori.
La Perla.
Agile-ex Eutelia. Lazienda è in amministrazione straordinaria e vede 1.450 lavoratori coinvolti. Il tavolo è ancora aperto e il prossimo appuntamento è fissato per il 5 ottobre.
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