All’Agenzia spaziale largo alle donne

Giovanni Fabrizio Bignami, nuovo presidente dell’Asi (Agenzia Spaziale Italiana), a un mese esatto dal suo insediamento a Roma parla dei progetti e del futuro. «Sono pronto a fare una promessa a tutti - dice sull’onda dell’entusiasmo -. Fra venti anni troveremo una nuova “Terra” in cui la presenza di ossigeno forse sarà la conferma delle altre vite che esistono intorno a noi nello spazio».
Professor Bignami, cosa intende fare per riordinare l’Agenzia e incrementare la ricerca scientifica?
«L’Asi ha sicuramente bisogno di un riordino, e lavorerò per questo. Penso anche all’avvio di programmi spaziali: piccole missioni ma di grande impatto tecnologico. Non dimenticherò poi quello che è il vero impegno per l’Asi: costruire satelliti per fare ricerca spaziale a tutto campo. Intendo procedere in questa direzione nonostante sia conscio del fatto che questo dovrà coinvolgere le scelte di tanti enti. C’è una cosa che voglio fare subito però: portare un po’ di “rosa” nella nostra Agenzia, sperando che donne capaci arrivino finalmente a occupare posti chiave nell’Asi».
Vuole proporre le quota rosa?
«Se questa è la strada, sì. Lavorerò affinché passi la legge che almeno la metà dei posti del Cda e del Comitato scientifico dell’Asi spetti delle donne. Questo perché fino a oggi alcuni pregiudizi fanno ritenere ancora che certe poltrone siano fatte solo per gli uomini. La prova è nel fatto che nel nostro Cda la presenza femminile è, o è stata, una rarità. Io stesso ho chiesto che venissero a lavorare nel Cda almeno quattro donne e me ne ritroverò forse due».
Cambierà qualcosa nel rapporto con le piccole e medie imprese?
«Non intendo cambiare qualcosa, intendo cambiare molto nel rapporto con le piccole e medie imprese. Ritengo infatti che debbano essere incoraggiate con atteggiamenti nuovi. Faccio un esempio: se si continua ogni volta che serve un satellite a rivolgersi unicamente ad Alenia Spazio non si potrà mutare nulla. Voglio che il cambiamento si senta sin dall’inizio e lo mostreremo con un atteggiamento di privilegio e di sostegno verso le Pmi che permetta loro di crescere».
Le tecnologie spaziali usate nella ricerca possono diventare importanti per la telemedicina. Qual è il suo parere?
«La telemedicina è importante ed è ovvio che vada portata avanti la sua sperimentazione. Sono appassionato anche della biomedicina spaziale e delle sue applicazioni sugli astronauti».
Cosa pensa del successo della missione «Agile»
e del ruolo che ha oggi l’Italia nella ricerca spaziale?
«Mi è giunta notizia proprio in queste ore che è stata avvistata la prima sorgente di raggi gamma. È stato un momento di grande orgoglio per me.

Agile, che permetterà all’Italia di esplorare il cielo alla ricerca dei raggi gamma ad alta energia, è stato concepito e realizzato nel nostro Paese. La missione è stata portata avanti con un investimento contenuto e sta ottenendo dei risultati così importanti da dimostrare il grande valore raggiunto dall’Italia nel settore dell’Astrofisica».

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