Poche settimane, al massimo un mesetto, giusto per far bella mostra del golfino natalizio. I freddi inverni romani del passato sono già una chimera, un ricordo del dolce passato che fu. Ora in città si sguazza nel caldo. Ma non cè bisogno di essere scienziati per capire che non è possibile convivere con sette mesi oltre i 25 gradi allombra. Ieri, 12 settembre, la massima registrata in città è stata di 28,7 gradi. Lanno scorso fu di 26,5. Nel 2005 si arrivò a 25,2 e tutti imprecarono allafa inarrestabile. Così lallarme caldo, che da oggi viene affrontato nella conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, coinvolge la capitale in maniera maggiore che in qualsiasi altra metropoli europea. In pratica è arrivato il conto dopo labbuffata: al «dolce» clima capitolino si assomma una motorizzazione che non ha eguali al mondo e una cementificazione inarrestabile. Risultato? Un implacabile isola di calore con temperature reali (quelle registrate ad esempio sulle consolari e nelle vie del centro) di molti, troppi gradi superiori a quelle registrate in altura e allombra, le ufficiali. E siccome dallosservazione meteo delle temperature di questa estate è risultato che Roma è stata superata di regola solo dalle città del medio oriente (Baghdad su tutte) e dai bollenti capoluoghi siciliani, cè di che preoccuparsi.
Tra i primi a far la figura del grillo parlante cè Legambiente che ieri ha ribadito numeri inquietanti: tra gennaio e giugno 2007 i termometri a Roma hanno rilevato in media una temperatura di 1,3 gradi più alta rispetto a quelle registrate negli stessi periodi nel trentennio 1960-1990. «Il caldo estremo è una condizione che lItalia già conosce da tempo - sostiene Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - ma i dati degli ultimi anni mostrano una notevole accelerazione del fenomeno che porta con sé conseguenze sempre più preoccupanti per la vivibilità delle nostre città. Se analizzati alla luce dellaumento medio in Italia, dove negli ultimi 50 anni la temperatura è cresciuta mediamente di 1,4 gradi. I dati raccolti ci dicono che quelli che fino a oggi abbiamo considerato eventi atmosferici straordinari, come londata di calore del 2003 o linverno eccezionalmente mite del 2007, saranno nel futuro una costante e che gli abitanti delle città sono per questo molto più esposti a rischi per la salute».
«Oltre subire le conseguenze più gravi - aggiunge Della Seta -, le città sono anche le principali responsabili delle emissioni di gas a effetto serra che causano il surriscaldamento del pianeta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.