Il fantasma Magi, l'euro-bavaglio e Elio Germano: ecco il podio dei peggiori

Il deputato di +Europa in Aula con un lenzuolo addosso. I censori di Tommaso Cerno. Attori e registi contro il ministro Giuli. Ecco i peggiori della settimana

Il fantasma Magi, l'euro-bavaglio e Elio Germano: ecco il podio dei peggiori
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Viene da chiedersi: perché mai dovremmo andare a teatro quando ci sono i parlamentari della sinistra ad allietarci (si fa per dire) con le loro performance d'avanguardia? Anziché fare opposizione sui contenuti, mettono in scena proteste del tutto inutili che nemmeno in una scuola materna verrebbero pensate in modo così infantile. L'ultimo a cimentarsi in questa forma di avanspettacolo è stato il deputato di +Europa, Riccardo Magi, che questa settimana troviamo sul gradino più basso del nostro podio dei peggiori. Mercoledì scorso, durante il question time del premier Meloni, è apparso in Aula con un lenzuolo bianco calato sulla testa. Travestito da fantasma, Magi puntava a richiamare l'attenzione dei media sui referendum ma l’unico risultato ottenuto è stato rendere plastica l'inconsistenza delle opposizioni.

Il secondo posto del podio va all'euro-bavaglio messo a Tommaso Cerno. Il direttore del Tempo avrebbe, infatti, dovuto partecipare a un incontro all'Europarlamento ma gli è stato vietato. Mai e poi mai ci saremmo immaginati di assistere a questo teatrino dell'assurdo: Cerno era stato invitato a parlare di libertà di stampa e pluralismo dell'informazione ma è finito lui stesso censurato. E questo perché o chi parla la pensa come loro o non ha alcun diritto di parola. Una esclusione, quella del direttore del Tempo, che fa male a tutta l'Europa e che rende noi tutti un po' meno liberi.

Al primo posto c'è il caravanserraglio di attori e registi contro il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Ad aprire le danze è stato il Berlinguer dei tempi nostri: Elio Germano. Che ai David di Donatello ha accusato di "piazzare uomini nei posti chiave come fanno i clan" anziché "fare il bene della nostra comunità". E dire che quel governo Meloni, che tanto vorrebbero vedere cadere, non solo non ha mai pensato di osteggiare la loro arte ma ha continuato a sostenerla economicamente. Il film su Berlinguer, per esempio, ha ricevuto 435mila euro. Il punto, però, è che alcuni vorrebbero ancora più soldi, come ai tempi di Franceschini, e non tollerano che il governo abbia dato una stretta alla mangiatoia. Al loro fianco sono subito scesi in campo il leader della Cgil, Maurizio Landini, e il Partito democratico invocando una sorta di "reddito di cinemanza".

Ma davvero pensano di risolvere i problemi del cinema italiano in questo modo? Come il reddito grillino non aveva sconfitto la povertà, così i fondi a pioggia non riempiranno le sale di spettatori. Forse basterebbe iniziare a fare film belli.

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