Celle, chiamate, messaggi: la maratona dei controlli sui telefoni

I dispositivi sequestrati ai protagonisti al difficile esame degli inquirenti in una lotta contro il tempo

Celle, chiamate, messaggi: la maratona dei controlli sui telefoni
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«In diciotto anni lei quanti telefoni avrà cambiato? E quanti computer? E magari anche le pagine social. Insomma, sarà una faticaccia». É tutta qui, nello scetticismo di un investigatore, la difficoltà più immediata che si presenta alle indagini bis sull'omicidio di Chiara Poggi. La retata di apparecchi elettronici effettuata nei giorni scorsi a carico di Andrea Sempio - finora unico indagato - e dei suoi amici dovrà fare il conto con il lungo tempo passato dal delitto di Garlasco. I dispositivi sequestrati ora potrebbero non essere gli stessi in uso nel 2007, e frugare al loro interno potrebbe essere una fatica vana. Ma c'è un dato che non svanisce: il traffico telefonico. Il movimento degli apparecchi, le celle agganciate, le chiamate e i messaggi partiti e arrivati. È lì che i carabinieri del nucleo investigativo di Milano possono cercare risposte ai tanti dubbi sull'alibi di Andrea Sempio e ai suoi contatti nelle ore del delitto con gli amici più cari, Mattia Capra e Roberto Freddi, colpiti anche loro dal decreto di perquisizione e sequestro eseguito mercoledì.

La stranezza principale, come è noto, riguarda i movimenti di Sempio: che secondo la sua versione il 13 agosto parte intorno alle 10 per Vigevano, alla ricerca di una libreria aperta, e torna a Garlasco a mezzogiorno, senza però avere mai agganciato la cella telefonica di Vigevano. Di fatto, l'unico testimone del viaggio a Vigevano è Sempio stesso: oltre al famoso scontrino di un parcheggio.

Però ci sono anche i dubbi sui contatti tra Sempio e i suoi due amici, e sui movimenti di quest'ultimi. La mattina del delitto, gli unici contatti di Sempio avvengono proprio con Freddi e Capra. Solo il primo, una telefonata di Sempio a Capra alle 9,58, avviene quando Chiara Poggi era forse ancora viva. Tutti gli altri, a partire dalla chiamata di Capra a Sempio delle 11,10, avvengono quando - anche nella finestra temporale più ampia - la ragazza è già stata assassinata. Quando vengono interrogati nell'ottobre del 2008, né Freddi nè Capra raccontano di avere avuto contatti con Sempio. E soprattutto dicono di non avere mai lasciato Garlasco: Capra dice di essere andato a fare la spesa, Freddi di avere aiutato il padre a imbiancare la casa. Ma i loro telefoni non agganciano mai le celle di Garlasco, almeno fino alle 11,10. Quando ormai la tragedia si è consumata.

Dove fossero i tre amici nei minuti cruciali e terribili in cui viene uccisa Chiara è uno dei temi che restano da esplorare. L'alibi di Freddi è confermato da entrambi i suoi genitori («Roberto non si è mai allontanato per l'intera mattinata»), quello di Capra - che è orfano e vive con lo zio - non ha riscontri. Ma su tutti e tre gli amici pesa il dato incontrovertibile che il loro telefono dice cose diverse da quanto raccontano.

Certo, tutto si spiegherebbe se quel giorno la celle della zona avessero funzionato male, e i telefoni si fossero dovuti appoggiare altrove.

Ma nella vecchia indagine sono stati acquisiti anche i tabulati di Paola Cappa, una delle cugine di Chiara Poggi, che aggancia normalmente la cella di via Santa Lucia a Garlasco, la stessa che Freddi e Capra avrebbero dovuto agganciare se davvero fossero stati in paese. Anche questo è un nodo irrisolto che la nuova indagine dovrà sciogliere.

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