All’Onu Solo Pechino difende il regime

Anche Mosca ha finito per definirsi preoccupata, insieme con i Paesi occidentali, per il programma nucleare iraniano. Ma chi continua a dare pieno appoggio al regime di Teheran è Pechino. Se è vero che le discussioni su future ed eventuali nuove sanzioni delle Nazioni Unite contro l’Iran sono ancora «in una fase molto iniziale», il Consiglio di Sicurezza dell’Onu non sarebbe comunque in grado di approvarle per l’opposizione della Cina, che possiede il diritto di veto.
È questa la lettura di esponenti di alto livello dell’amministrazione Usa, che chiedono di non essere identificati, e riconoscono che tra Washington e Pechino «ci sono idee diverse sulla tattica e sulle tempistiche», anche se sottolineano che «in passato il gruppo dei 5+1 ha sempre trovato un accordo unanime per affrontare la questione».

La riluttanza di Pechino ad appoggiare sanzioni economiche contro Teheran si spiegherebbe con i numeri più che con la politica e la diplomazia: la Cina è diventata - secondo quanto riferisce il «Financial Times» - il principale partner commerciale dell’Iran e ha superato l’Unione Europea con un volume complessivo di traffici pari a 36,5 miliardi dollari.
I cinque Paesi con diritto di veto (Usa, Gb, Francia, Russia e Cina) più la Germania, secondo le fonti, riprenderanno a discutere nelle prossime settimane sull’eventualità di imporre nuove sanzioni.

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