Una bravata, un gesto a metà fra l'emulazione e la voglia di sentirsi rispettato dagli amici. Queste le motivazioni che hanno spinto un ragazzo di 16 anni ad allagare la sua scuola, la succursale dell'Itis Hensemberger di Monza, in via Magenta. Quando i Carabinieri lo hanno accompagnato in caserma, ieri sera dopo cena, non poteva credere di essere stato «beccato» e ha cercato di assumere un atteggiamento spavaldo, di negare.
Sgomenta anche la madre, con cui il ragazzo abita: una famiglia semplice, con i problemi di molte altre. Genitori separati, lei operaia; un appartamentino in un popoloso quartiere della periferia di Monza. Ma fino a ieri una famiglia che era sconosciuta a forze dellordine e servizi sociali.
Quando un mese fa, a Monza, alcuni vandali avevano allagato i locali dellIstituto Alberghiero Olivetti aprendo le manichette dell'impianto antincendio, lui ha lanciato la sfida: «Lo posso fare anchio!». E appena passate le vacanze di Natale ha messo in atto il proposito. Si è alzato prima del solito e si è recato in via Magenta dove, un'ora prima dell'apertura della scuola ha sfondato il vetro di un'uscita di sicurezza, è salito al primo piano, ha aperto i rubinetti degli idranti, ha fatto la stessa cosa con quelli del pianterreno, poi ha aspettato le otto per godersi, insieme agli altri 320 studenti, tutti ragazzi del primo biennio (il triennio e il serale sono invece nella sede centrale dell'Hensemberger, in via Berchet), il risultato della sua impresa.
Ma non è stato capace di stare zitto: anche a scuola si è lasciato scappare un sorrisetto di troppo, una parola di troppo. Arrivate alle orecchie dei carabinieri che alla fine lhanno individuato e laltra sera sono poi andati a prenderlo a casa.
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