Allarme allergie: ambulatori presi d’assalto

Al centro pediatrico della Melloni attese di un mese per una visita

Allarme allergie: ambulatori presi d’assalto

Scoppia il caldo, scoppia l'allergia alle graminacee e scoppia l'ambulatorio allergologico della Melloni. Al punto che per una prima visita bisogna aspettare un mese e mezzo. Un’attesa molto problematica soprattutto quando compaiono i primi sintomi di un’allergia e i genitori non sanno come affrontarli. E sono diversi i papà e le mamme che proprio in questi giorni scoprono che i loro bambini soffrono per colpa delle graminacee. I cui pollini da questa settimana stanno riempiendo l'aria e togliendo il respiro, facendo starnutire, lacrimare ed avere attacchi d'asma.
La ricetta per sanare questa situazione c'è: ampliare gli ambulatori della clinica pediatrica. Un ampliamento possibile e già previsto che s'è però imbattuto in un ostacolo burocratico. La Provincia non consegna ancora uno spazio già concesso nello stabile di viale Piceno ex sede del brefotrofio dirimpettaio della Melloni. La burocrazia come sempre fa male, come fa male in questi giorni la pollinosi da graminacee. Piante molto presenti a Milano e responsabili dell'allergia più frequente, colpisce, infatti, tra il 15 e il 18 per cento della popolazione, mentre la percentuale degli allergici ai pollini è del 35 per cento. Si tratta di milanesi che in questo periodo sono particolarmente sfortunati: soffrono di più di ventiquattr'ore in ventiquattr'ore. «Ogni giorno - spiega Alessandro Fiocchi, primario della divisione di pediatria della Macedonio Melloni - raddoppia il numero dei pollini delle graminacee. Il clou è atteso ai primi di maggio».
Ai genitori che scoprono ora che il loro bambino starnutisce, fa fatica a respirare, si lamenta per il bruciore agli occhi e non possono farlo visitare perché non c'è posto, che resta da fare? «In attesa della visita nella nostra clinica possono rivolgersi al pediatra di base» risponde il dottor Fiocchi. Peccato per quest'attesa... «È davvero un peccato - puntualizza il primario - potremmo curare un numero di pazienti ben più alto dei 5500 che trattiamo all'anno. Se avessimo tre o quattro stanze in più potremmo addirittura raddoppiare il numero degli assistiti. E, invece, nelle condizioni attuali le code s'allungano. Contro la nostra volontà, noi ce la mettiamo tutta per arginare il problema, ma purtroppo... Purtroppo c'è di mezzo la burocrazia».
«Due anni fa - racconta Fiocchi - abbiamo chiesto alla Provincia uno spazio nello stabile che si trova di fronte alla nostra clinica pediatrica. Lo storico palazzo che è stato in passato sede dell'orfanotrofio. Qui potremmo trasferire gli uffici amministrativi della nostra divisione, liberando così locali preziosi che servirebbero ad ampliare gli ambulatori. Al momento ne abbiamo quattro: uno dedicato alla funzionalità respiratoria, uno per le allergie alimentari, un altro riservato ai lattanti e l'ultimo alle allergie respiratorie. Questi però non sono sufficienti a soddisfare tutte le esigenze, e come se non bastasse dobbiamo inserirvi anche il trattamento di disturbi gastroenterologici, pneumologici, e di dermatiti e congiuntiviti. Difficoltà che potrebbero essere risolte con lo spazio che la Provincia ci ha concesso ma non ancora consegnato».


Difendersi dalla burocrazia è difficile, forse è un po' più facile contrastare l'allergia ai pollini. Che si può fare in questo periodo? «Per i vaccini siamo fuori tempo - risponde Alessandro Fiocchi - ci si può curare con gli antistaminici, gli steroidi nasali e i cortisonici».

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