Allarme colesterolo nel Lazio: a rischio il 40 per cento degli abitanti

Nel Lazio scatta l’allarme rosso legato al colesterolo: il 21 per cento degli uomini e il 32 per cento delle donne della nostra regione, infatti, ha una ipercolesterolemia, mentre circa il 40 per cento della popolazione locale si trova in una condizione di rischio. E a questa percentuale bisogna aggiungere chi soffre di colesterolo alto senza saperlo. Di più: il 79 per cento degli uomini e l’86 per cento delle donne non si sottopone ad alcun tipo di trattamento farmacologico. Perciò, di riflesso, nel Lazio solo il 14 per cento degli uomini e l’8 per cento delle donne si cura in maniera adeguata. Per invertire la tendenza alcuni progressi importanti sono stati fatti in medicina: oggi, per esempio, è sufficiente associare in un’unica compressa due farmaci di uso comune (ezitimibe e simvastatina), ai dosaggi più bassi, per ridurre i livelli di colesterolo nell’80 per cento dei pazienti ad alto rischio di ictus o infarto. È quanto emerge da due studi tutti italiani presentati martedì a Roma e coordinati da Gian Franco Gensini, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia, e Carlo Maria Rotella, ordinario di Endocrinologia, entrambi dell’università di Firenze. Le due ricerche sono state condotte separatamente su pazienti diabetici e cardiopatici, soggetti ad alto rischio di eventi cardiovascolari, coinvolgendo complessivamente 46 centri sparsi sul territorio nazionale. Per il Lazio hanno dato il loro contributo l’università di Tor Vergata, l’ospedale Sant’Andrea e l’Inrca, l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. «Lo studio Dialogue - hanno spiegato i curatori - ha coinvolto 23 centri italiani e lo studio Lead ne ha coinvolti altri 23. Entrambi gli studi sono stati multicentrici e randomizzati, in doppio cieco e doppio placebo.

Dall’analisi combinata degli studi Dialogue e Lead si può concludere che nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare che non raggiungono i target raccomandati per C-Ldl con la sola statina- e cioè che non riescono a tenere entro i valori di soglia il cosiddetto “colesterolo cattivo” - l’associazione ezetimibe/simvastatina rappresenta un’efficace opzione terapeutica».

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