«Me la stavano portando via, ho temuto di non rivedere più mia figlia». È ancora scossa Alessandra, giovane mamma di una bambina di due anni e mezzo, la cui figlia ha rischiato di essere seuqstsrata da tre nomadi in pieno giorno. Un episodio a dir poco inquietante accaduto venerì scorso, a metà mattinata, nel pieno centro di Certosa, (...) (...) quartiere della Valpolcevera che, negli ultimi tempi balza sempre più spesso in cronaca per episodi di violenza, accoltellamenti, furti.
Ma quello che ha raccontato Alessandra agli inquirenti è qualcosa di più preoccupante: mentre portava a spasso nel passeggino la sua piccola è stata improvvisamente aggredita da tre rom. «Mi hanno presa alle spalle in un vicolo dove, in quel momento, non passava nessuno - racconta ancora scossa -, avevo la sciarpa al collo e me l'hanno tirata, uno mi ha graffiato e urlavano "dammi bambino, dammi bambino". Ho passato momenti di terrore».
Non solo frazioni di secondo, ma una scena andata avanti per alcuni minuti. «Saranno stati almeno cinque minuti - prosegue Alessandra - io ho tirato con tutta la mia forza il passeggino per non lasciarmelo prendere, tanto che mi sono procurata una ferita alla mano sinistra. Ero talmente terrorizzata che non riuscivo nemmeno a gridare, dalla gola non mi usciva un suono. Ho fatto solo in tempo a coprire il volto di mia figlia per non farle capire cosa stava succedendo, lei urlava ed era spaventata».
La resistenza coraggiosa di Alessandra ha permesso che non ci fosse un epilogo tragico alla violenza. «In momenti del genere tiri fuori una forza che non avresti mai pensato di avere - racconta -, mi sono difesa da questi tre individui che continuavano a minacciarmi e a strattonarmi, ma mai avrei mollato la presa. All'ultimo sono riusciti a guardare dentro il passeggino e all'improvviso hanno desistito. Credo sia dovuto al fatto che cercavano un maschio, infatti mi gridavano "dammi bambino" che lì per lì interpretavo come un italiano stentato, ma che forse si riferiva al sesso di mia figlia, che credevano un maschio». Alessandra alla fine è riuscita a entrare in un negozio di articoli sanitari a poca distanza e da lì chiamare il 112. Sono arrivate tre pattuglie dei carabinieri. Ma, proprio gli uomini del comando di Sampierdarena vanno cauti sull'accaduto. «Non possiamo confermare che si tratti di un tentativo di rapimento, è certamente un episodio dubbio ma non possiamo avere la certezza di come si sono svolti i fatti». Alessandra, però, è visibilmente sotto choc. «Mi hanno detto che non sono l'unica ad aver vissuto questa brutta esperienza - dice - mi hanno riferito che nei giardini di castello Folzer, l'area giochi di Certosa, si sono verificati episodi simili. Come facciamo a portare fuori i nostri bambini dopo fatti del genere?». L'episodio di Certosa fa pensare. Anche perché soltanto qualche mese fa anche a Voltri, nel ponente genovese, si è sparsa la voce di tentativi di sottrazione di bambini piccoli alle mamme, nelle zone esterne a supermercati. Solo paura dello straniero e «leggende metropolitane»? Non si direbbe se, a ben vedere, da mesi ormai la gente di Voltri denuncia ripetute aggressioni da parte dei rom che hanno occupato abusivamente gli edifici diroccati del demanio militare lungo il torrente Leira.
Altri episodi di violenza da parte dei rom si sono registrati ai danni di anziani a Rapallo. Quattro nomadi, sorprese mentre borseggiavano un'anziana alla stazione, sono state bloccate domenica dagli agenti della polizia ferroviaria. Una sola, di 16 anni, è stata arrestata. Le altre tre solo denunciate per tentato furto: una, infatti, ha 13 anni ed è stata riaffidata ai genitori, le altre due, di 20 e 18 anni, sono incinte.
Negli ultimi tempi, la Polizia Ferroviaria ha intensificato i controlli nel levante, sia sui treni sia nelle stazioni, per contrastare i furti sempre più frequenti da parte di nomadi, soprattutto tra Santa Margherita e Rapallo e a danno di anziani. I risultati incominciano a farsi sentire, sottolineano fonti della Polfer. Si è registrato infatti un notevole calo delle denunce per furti. E i genovesi non vogliono i rom come vicini di casa nelle case popolari.
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