da Kabul
Livello di rischio «significativo» per gli italiani presenti in Afghanistan, sia a Kabul che a Herat. E la minaccia potrebbe arrivare anche da attacchi suicidi. La valutazione è dell'intelligence italiana, mentre è in corso la visita della delegazione delle commissioni Difesa di Camera e Senato nel Paese asiatico.
Il rapporto dei servizi parla di «possibile intensificazione dell'attività terroristica nei confronti di personale e interessi della Coalizione internazionale e di Isaf, con conseguente maggiore esposizione anche del contingente italiano». Negli ultimi tempi, infatti, nota il rapporto, c'è stata una recrudescenza dell'attività della guerriglia in concomitanza con l'espansione a sud di Isaf, che il 31 luglio è subentrata ad Enduring Freedom, ed è stata riscontrata anche una intensificazione dell'attività destabilizzante nelle aree in cui la presenza di cellule terroristiche era in precedenza considerata di basso livello. Sono state poi adottate tecniche di lotta tradizionalmente estranee alla cultura afghana, quale l'azione suicida e l'impiego di ordigni improvvisati attivati a distanza. A conferma, indica l'intelligence, della progressiva «irachizzazione» del teatro afghano. I gruppi anticoalizione hanno innalzato nell'ultimo periodo il livello di scontro con attacchi a convogli e personale militare cui partecipano da 50 a 100 miliziani.
A Kabul, rilevano i Servizi, continuano ad arrivare rapporti di minaccia contro obiettivi Isaf, con particolare riferimento ad attacchi suicidi. La minaccia di attentati suicidi contro ambasciate straniere, rappresentanze estere, check point e istituzioni governative è valutato «significativo» così come il rischio di rapimento di cittadini stranieri anche se, nelle ultime settimane, è stato rilevato un migliore coordinamento della attività di contrasto.
A Herat dove è anche presente un contingente italiano la sicurezza dipende dall'equilibrio tra i cinque principali gruppi che fanno riferimento ad altrettanti leader, il più noto dei quali è Ismail Khan.
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