Gian Marco Chiocci
da Roma
In tempi di allerta terrorismo a Fiumicino cè una nuova categoria di «sorvegliati speciali»: gli agenti della polizia di Stato, che facendo servizio allaeroporto rientrano nel reparto denominato ad hoc «Polaria». Sarà per le conseguenze dellinnalzamento dellallarme terroristico, sarà per scongiurare leventuale azione di impostori camuffati da agenti della sicurezza, sarà per timore di insospettabili kamikaze in divisa, sta di fatto che dieci giorni fa il dirigente della sezione della polizia competente sullo scalo più importante della Capitale, il «Leonardo da Vinci», ha diramato una circolare interna, invitando addirittura «il comando Guardia di Finanza a emanare disposizioni ai propri militari addetti ai varchi, affinché richiedano al personale delle forze dellordine che accede lesibizione del tesserino di riconoscimento».
Se da una parte questa eccezionale misura di prevenzione sta a significare che lallarme per il nostro Paese è serio e investe in pieno anche il traffico aereo civile che vede nellaeroporto di Fiumicino il principale snodo italiano, e se con questo provvedimento prendono corpo le voci che segnalano anche per iscritto - come accaduto dopo l11 settembre negli Usa e l11 marzo a Madrid - proprio lo scalo aeroportuale più grande dItalia quale possibile luogo di transito di sospetti terroristi o addirittura meta di ipotetici attentati, dallaltra va detto che gli agenti della Polaria non hanno mandato giù la disposizione del loro superiore. Che, di fatto, li costringe a trafile burocratiche poco opportune nel particolare momento di tensione che essi vivono. E in sostanza li pone «sotto tutela» dei colleghi della Finanza, incaricati di pretendere lesibizione del tesserino e il riconoscimento di ogni singolo poliziotto ogni qualvolta vedono spuntare una divisa blu, o una macchina con le insegne di istituto, dentro e fuori laeroporto.
«Se non fosse per il momento delicato che stiamo vivendo si legge in un documento di fuoco dal sindacato di categoria regionale Siap questo episodio potrebbe essere rappresentato come opera teatrale pirandelliana al teatro Brancaccio». Nella lettera (trasmessa al capo della Polizia Gianni De Gennaro, al prefetto Alessandro Pansa responsabile tra laltro della Polizia delle frontiere, al ministro dellInterno e al dipartimento di Pubblica sicurezza del Viminale, al direttore della V zona della Polizia di frontiera) il provvedimento che sarebbe stato emanato senza neppure informarne lEnac, lauthority per laviazione civile viene definito «lesivo della dignità e professionalità delloperatore di Polizia». E pensare che proprio lEnac, allindomani delle bombe di Londra, per il tramite del presidente e del direttore generale, Vito Riggio e Silvano Manera, aveva diramato una circolare urgentissima a tutti gli aeroporti italiani ordinando linnalzamento del livello di allerta. Nella nota dell8 luglio si legge: «A seguito degli attentati terroristici di Londra, per garantire un monitoraggio costante della sicurezza (security) in ambito aeroportuale, lEnac ha attivato una Sala Operativa che sarà funzionante 24 ore su 24. Tale Sala, con sede presso la direzione Enac di Fiumicino, fungerà da presidio, centralizzato e sistematico, di tutte le eventuali informazioni inerenti la security provenienti dagli aeroporti di tutto il territorio italiano, nonchè da centro di coordinamento di possibili azioni preventive di sicurezza».
Sullaltra circolare, quella della Polaria, è nato un contenzioso violentissimo fra i vertici dellufficio (che si rifanno anche a un regolamento comunitario del 2002) e gli agenti impiegati nei controlli antiterrorismo allaeroporto di Fiumicino. Il Siap spiega che questa nota dell11 luglio (quattro giorni gli attentati in Gran Bretagna) sarebbe stata divulgata il 14 e ritirata il 15 per riformularne unaltra.
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