
In occasione del secondo anniversario dell’incoronazione Carlo III e la regina Camilla hanno svelato i due ritratti a loro dedicati ed esposti nella Central Hall della National Gallery di Londra. In più i sovrani hanno posato insieme per la cover di Tatler del prossimo giugno. I risultati, secondo il parere di alcuni, non sarebbero così esaltanti. In particolare è stato preso di mira il quadro di Camilla, attaccato su due fronti diversi, molto distanti tra loro: il primo riguarda l’estetica del soggetto e lo stile scelto per raffigurare la Regina, con commenti piuttosto discutibili. Il secondo, invece, ha a che vedere con il riconoscimento pubblico del ruolo di Camilla nell’istituzione monarchica. C’è ancora chi, infatti, fatica a considerare la moglie di Carlo III come la sovrana d’Inghilterra e rimpiange Lady Diana.
Due ritratti per la Storia
Il 6 maggio 2025, a due anni esatti dall’incoronazione avvenuta nell’Abbazia di Westminster, Carlo III e la regina Camilla si sono recati alla National Gallery, nell’ala Sainsbury (riaperta dopo due anni di lavori di restauro, in concomitanza con il 200° anniversario dall’apertura del museo), per svelare i due Coronation State Portraits, i quadri che li raffigurano proprio nel giorno dell’insediamento ufficiale. Nel dipinto a lui dedicato il Re indossa l’uniforme e la Robe of State (il mantello in velluto, ermellino e ricami dorati). Alla sua destra c’è la Imperial State Crown, adagiata su un cuscino di velluto rosso sistemato su un tavolino rotondo. Camilla sfoggia l’abito realizzato da Bruce Oldfield. La Queen’s Mary Crown si trova dietro la sovrana, alla sua sinistra, sulla Robe of State drappeggiata intorno alla sua figura.
Dalla National Gallery a Buckingham Palace
I ritratti sono stati realizzati da “due artisti diversi, selezionati personalmente dal Re e dalla Regina”, come spiega la didascalia del video dello svelamento pubblicato sul profilo ufficiale della royal family. Il Re ha scelto di essere ritratto da Peter Kuhfeld, mentre la Regina ha selezionato Paul S. Benney”. I quadri “faranno parte della Royal Collection…Saranno in mostra nella Central Room della National Gallery, di cui il Re è patrono, da martedì 6 maggio a giovedì 5 giugno”. Poi “verranno trasferiti definitivamente nella Sala del Trono di Buckingham Palace”. Carlo e Camilla hanno apprezzato le opere dei due artisti, che hanno già lavorato per la Casa Reale. Kuhfeld ha dipinto anche William e Harry da ragazzini, come spiega il sito ufficiale della royal family. Il Re, riporta il Daily Mail, ha lodato la “meravigliosa composizione” del quadro che lo raffigura. La Regina, osservando il dipinto a lei dedicato, ha esclamato: “Lo adoro”.
“Umanità e regalità”
Entrambi gli artisti si sono concentrati in modo particolare sui tratti più personali, individuali dei sovrani. Sulle persone e non solo sui personaggi. Kuhfeld, citato dal Daily Mail, ha sottolineato di aver cercato di cogliere gli aspetti “umano e regale” di Carlo. “[Il Re] è a pieno titolo una persona meravigliosamente interessante, come individuo, non come Re o principe del Galles…ed era proprio ciò che volevo provare a far emergere dal dipinto”, ha dichiarato ancora l'artista che ha impiegato diciotto mesi per realizzare l'opera. Il monarca ha anche posato per lui in cinque occasioni. Benney, invece, ha lavorato al dipinto per circa un anno, impostando il lavoro in modo da far emergere “umanità ed empatia” di Camilla. Ha allestito il suo studio a Clarence House e la Regina ha posato in sei sessioni. “Mi piace chiacchierare mentre dipingo”, ha detto Benney, “quindi ho parlato molto [con la Regina], ci siamo raccontati storie. Ogni volta andavo via tenendo le mani sulla pancia per quanto avevo riso. La Regina è molto spiritosa”.
“Ha fatto la plastica”
Entrambi i dipinti restituiscono fedelmente l’immagine di Carlo e Camilla. Tuttavia non sembrano aver riscosso un successo completo. Su Instagram alcuni hanno criticato soprattutto il ritratto della Regina. Benney l’avrebbe resa più giovane e bella di quanto non sarebbe in realtà, con una pelle luminosa, quasi senza alcuna ruga. “Il pittore è stato molto generoso con Camilla”, ha affermato un utente. “Per essere sicuro di venire pagato”, ha risposto un altro. Ancora: “Troppo photoshop su Camilla” e “L’artista ha fatto perdere peso a Camilla e le ha fatto la chirurgia plastica”. Infine: “Il ritratto [di Camilla] è fin troppo gentile”. Anche il ritratto di Carlo III è stato criticato: “Il modo in cui sono state disegnate le labbra, sembra che [il sovrano] abbia fatto il botox”, ha detto un utente. “Che succede alla faccia del Re?”, ha chiesto un altro. Un terzo ha commentato: “Un buon lavoro dell’artista, che ha camuffato le dita a salsiccia [di Carlo]”.
“Lei non è la Regina”
Per la regina Camilla non ci sono stati solo commenti velenosi sul modo in cui Benney l’ha rappresentata nel dipinto. Le critiche forse più pungenti sono state rivolte al suo status regale, per qualcuno immeritato. Qualche utente ha insistito nel postare tra i commenti di Instagram delle piccole foto di Lady Diana e uno inneggia: “Lady Di! Forever”. Non solo. Un altro ha scritto: “Ai miei occhi non sarà mai la Regina”. Qualcuno ha fatto eco: “Lei non è la Regina”. Diversi hanno puntualizzato: "Regina CONSORTE”, con un maiuscolo che pare voler sminuire, gridando, il ruolo di Camilla e, in generale, della moglie di un sovrano regnante. “Camilla è solo una consorte”, ripete qualcun altro. C’è perfino chi definisce Camilla una “concubina”. “È una farsa”, sostiene, poi, un utente. Infine: “Non importa quanto carini siano i suoi ritratti, lei è sempre l’altra”.
Qualche riflessione
È normale che il pubblico abbia opinioni discordanti sui Coronation State Portraits. In realtà questo vale per ogni tipo di parere personale su qualunque argomento, oppure opera d’arte. Il diritto di esprimere un pensiero, però, è cosa ben diversa dalla formulazione di commenti di dubbio gusto sull’aspetto del Re e della Regina (o di chiunque altro). Essere consorte di un Re, poi, non è certo una nota di demerito, né tantomeno un ruolo che svilisce la dignità di chi lo detiene. È semplicemente un’ovvietà e, come tale, la parola consorte viene omessa. Ricordarla puntigliosamente (forse pure con una punta di maschilismo?) non cambia le cose. C’è una differenza di potere tra il sovrano regnante e la Regina consorte. E allora? Il rispetto dovuto a entrambi è lo stesso e non varia per questo. Inoltre continuare a contrapporre Camilla a Diana non ha senso. Lady D è nel cuore di tantissime persone, ma ricordarla con affetto non implica certo dover detestare l’attuale Regina. Le simpatie sono normali, ma attenzione a non ridurre le persone a dei “santini”. Tutti commettono errori. Tutti i protagonisti di questa storia ne hanno commessi, ma tornare indietro non è possibile.
Camilla senza rughe
Il fatto che la regina Camilla sia stata ritratta con un volto molto luminoso, quasi senza rughe, non è per nulla strano, né scandaloso. Non sembra altro che una scelta stilistica già usata tantissime volte dai pittori di ogni epoca, anche da chi ha realizzato i dipinti che raffigurano la regina Elisabetta. Non è solo e non è sempre questione di rendere ancora più bello il soggetto dipinto. Più che altro, in molti casi, l’artista cercherebbe di unire la figura reale a quella ideale, creando qualcosa che pare trovarsi fuori dal tempo. Naturalmente non è una regola: altri pittori preferiscono una quasi totale aderenza alla realtà. Possiamo discutere sui vantaggi e gli svantaggi di entrambe le decisioni.
“Gli occhi di Biden”
Il magazine Tatler ha deciso di dedicare la cover del prossimo giugno al 20° anniversario di matrimonio di Carlo III e Camilla. L’immagine selezionata è un ritratto della coppia reale realizzato da Philip Butah. L’artista, ricorda il Daily Mail, è il più giovane vincitore del Prince of Wales Young Artists’ Award e per la sua creazione ha preso a modello una foto dei reali scattata da Millie Pilkington nel giardino di Buckingham Palace, nel 2024. Neppure questo ritratto ha soddisfatto le aspettative, rivela ancora il tabloid. Sui social i pareri più critici sono stati rivolti all’immagine di Carlo. Un utente ha scritto: “Camilla appare splendida, ma gli occhi del Re sembrano quelli di Biden”. Un altro ritiene che la Regina abbia “un bell’aspetto”, ma non sia ben chiaro “chi è il tizio accanto a lei”.
“Inquietante”
Anche Alastair Sooke, critico d’arte del Telegraph e autore di diversi documentari per la Bbc, non fa mistero delle sue perplessità in merito alla cover di Tatler. Proprio sul Telegraph il critico ha dichiarato: “Il Re assomiglia molto a suo padre e il sorriso pare sprezzante. Quasi un ringhio, piuttosto che un sorriso gentile e caloroso”. Nella foto originale Camilla è sottobraccio a Carlo, quindi le mani e le braccia sono ben evidenti. Butah, invece, ha preferito non riprodurre questo dettaglio, avvicinando ancora di più le due figure. Sooke ha giudicato positivamente questa idea, che renderebbe molto bene il concetto di “unione coniugale”. Tuttavia ha anche aggiunto: “Sembra quasi che i loro corpi siano fusi, ma da un punto di vista della posizione è leggermente goffo, potrebbe anche assomigliare un po’ a un mostro a due teste, ma se vogliamo essere gentili, ciò ritrae di certo la loro dipendenza reciproca o di sicuro il fatto che lui faccia affidamento su di lei”. In generale, ha affermato il critico, il ritratto sarebbe “inquietante” e “banale”.
Ritratti incompresi?
Diverse volte i ritratti della royal family hanno suscitato un certo scetticismo tra il pubblico. Possiamo ricordare, per esempio, un’altra copertina di Tatler, stavolta dedicata a Kate Middleton, realizzata da Hannah Uzor e pubblicata nel numero di luglio 2024. Anche in quel caso vi furono dei dibattiti accesi e delle critiche. Per i detrattori l’opera sarebbe stata “una parodia” della principessa, come ha ricordato il Daily Mail. Impossibile non menzionare, poi, il dipinto creato da Jonathan Yeo e svelato nel maggio 2024. L’opera è rimasta impressa nella mente delle persone per il colore dominante, quel rosso vivo che scatenò tanti commenti social. Per esempio un utente scrisse: “…In questo ritratto sembra che [il sovrano] sia all’inferno”. Mentre un altro paragonò l’opera a un “poster di un film horror davvero angosciante”. Non è sempre così semplice trovare un punto d’incontro tra l’artista, il suo stile, i suoi obiettivi, il suo concetto di arte e il pubblico.
In molti casi ciò che in un primo momento è stato duramente criticato o perfino ignorato, in seguito è stato riscoperto, acclamato e studiato. La critica fa parte del gioco, ma non dovrebbe mai superare il limite della gentilezza (da non confondere con l'ipocrisia, né con il politicamente corretto) e del rispetto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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