Economia

Allarme gas, per l’Italia inverno a rischio

Il vertice ribadisce il sì dei «Grandi» al nucleare. Italia e Germania contrarie

nostro inviato a San Pietroburgo

«I serbatoi ucraini sono vuoti: non vorrei morir di freddo il prossimo inverno. È già luglio, e incomincio a preoccuparmi». Non è una dichiarazione del tutto tranquillizzante, quella che Romano Prodi fa alla fine di un vertice del G8 che, almeno nelle intenzioni della presidenza russa, avrebbe dovuto centrarsi sulla sicurezza energetica. Lo scorso inverno, l’Italia ha corso il rischio che dai rubinetti del metano uscisse solo aria maleodorante, a causa dei prelievi illegali in territorio ucraino dove passa il gasdotto verso l’Europa. Il premier cerca di evitare che il rischio gas si ripresenti fra qualche mese. Ne discute privatamente con Vladimir Putin, chiedendogli di accertarsi della situazione presso il governo di Kiev. «Perché - spiega - anche se gli ucraini hanno detto che li riempiranno, per il momento i serbatoi sono vuoti. Devono essere colmati in modo che l’Italia riceva il gas nella giusta quantità».
Prodi è molto chiaro nel rispondere a chi gli chiede se si senta più tranquillo, dopo il vertice pietroburghese, sul fronte delle forniture energetiche. «O meglio - precisa - sono più tranquillo nel senso che dal vertice è emersa una volontà di cooperazione internazionale molto forte. Tutti stiamo nella stessa barca, anche la Russia: questo è un messaggio chiarissimo». È altrettanto evidente, dice ancora il presidente del Consiglio, la convinzione che tutti i leader del G8 si sono fatti sull’andamento dei prezzi energetici: «Resteranno elevati, il tempo dei prezzi bassi è finito. Ci saranno conseguenze per i Paesi più poveri, e sono necessarie garanzie di rifornimenti per gli altri». Negli ultimi giorni, i prezzi del greggio sono schizzati verso l’alto, a causa della crisi israelo-libanese; ma ieri sono scesi sotto i massimi (77,12 dollari il Brent e 76,57 il light crude Usa) in un mercato volatile. Prodi ricorda anche la «spinta fortissima» che si è registrata a favore del nucleare nel corso del vertice del G8, confermando tuttavia la posizione contraria di Italia e Germania. Dal summit è emersa, aggiunge, anche la volontà di sviluppare le energie alternative, a partire dalle bioenergie di cui si è parlato con il presidente brasiliano Lula da Silva.
Nei giorni scorsi, il ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani ha sollevato la questione gas, dicendo che il Paese rischia ancora una volta un taglio delle forniture a causa dell’Ucraina, nel cui territorio passa l’80% del metano russo destinato all’Europa. L’Italia, che riceve dalla Russia circa il 30% (23 miliardi di metri cubi) del gas necessario al fabbisogno, lo scorso inverno ha tamponato l’emergenza utilizzando le riserve e razionando le forniture ad alcune grandi aziende. Una situazione che rischia di ripetersi, anche se la Gazprom sta trattando con Kiev un accordo per gestire i gasdotti in Ucraina. Un accordo che, se condotto a buon fine, potrebbe tranquillizzare il nostro Paese. I prelievi illegali di gas dell’inverno scorso erano stati provocati da una controversia sui prezzi fra Gazprom e la controparte ucraina Naftogaz.
La Russia non ha firmato ancora la Carta energetica, tuttavia la dichiarazione comune in cui il G8 «sostiene i principi della Carta e gli sforzi dei Paesi partecipanti per migliorare la cooperazione energetica internazionale» viene vista dagli osservatori come un passo in avanti da parte di Mosca. Lo stesso Putin ha definito possibile una joint venture con compagnie norvegesi per lo sviluppo della piattaforma Shtokman, nel mare di Barents.

È il progetto estrattivo più importante di Gazprom, per il cui sviluppo sembravano favorite le grandi compagnie petrolifere americane.

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