La chiamano «Infinity» ed è in libera vendita negli smart shop, i negozietti che dietro l'alibi dei deodoranti e dei profumatori «naturali» per ambienti vendono sostanze utilizzate - soprattutto dai giovani e giovanissimi - per lo «sballo» a basso costo. Altre due sostanze dello stesso tipo, chiamate Spice e N-Joy e commerializzate in passato, sono finite nell'elenco delle droghe proibite. Ma l'inventiva dei chimici del narcotraffico è inesauribile. Ora un servizio della web della comunità di San Patrignano lancia l'allarme su «Infinity» che verrà ripreso questa sera in un servizio delle Iene. Le «droghe furbe» avrebbero già causato, solo nel nord Italia, 6 casi accertati di intossicazione acuta.
«Infinity» altro non sarebbe, in realtà. che un nuovo nome per una sostanza che non cambia se non nella sua formula chimica e che è ancora più potente che in passato. Per i tossicologi la «tecno-cannabis», cioè riprodotta artificialmente in laboratorio, si lega agli stessi recettori cerebrali dei cannabinoidi con effetti analoghi o superiori a quelli del THC, il principio attivo presente in ogni "spinello". Soprattutto, con effetti collaterali e ricadute sulla salute ancora ignote.
Dopo l'allerta lanciata già 1 mese e mezzo fa dal Dipartimento Antidroga, una troupe della web tv di San Patrignano si è recata in uno degli smart shop della riviera adriatica per verificare se lo Spice fosse ancora in commercio. «Ebbene - spiega Andrea Muccioli responsabile della comunità di San Patrignano - ci hanno detto che lo Spice non c'era più, ma che non dovevamo preoccuparci. Avevano Infinity, nuovo nome commerciale per un "profumatore d'ambiente" ancora più forte». San Patrignano ha quindi fatto analizzare la sostanza e i risultati confermano che «Infinity» è ancora più tossico dello Spice. Al suo interno si trovano, infatti, sostanze chimiche di sintesi quali il CP 47,497 e JWH-018 che «svolgono un'azione del tutto sovrapponibile a quella dei cannabinoidi naturali ma con intensità e durata maggiore», scrive nella sua relazione sull'analisi di un campione di Infinity, Veniero Gambaro, professore di Chimica Tossicologica dell'Università di Milano. «Purtroppo - continua Muccioli - il nostro Paese è molto, troppo, lento nell'aggiornare le tabelle sulle sostanze stupefacenti. Le designer drugs hanno cambiato il mondo degli stupefacenti, o stiamo al passo con le nuove invenzioni del marketing della droga e dei narcoproduttori legali, oppure rischiamo di creare un enorme mercato grigio dello sballo legale e di massa».
Queste sostanze sono già da due anni fuori legge in Germania, Francia Austria, Polonia, Lussemburgo, Olanda, Gran Bretagna, e Svezia dopo che furono riscontrati i primi casi d'intossicazione da tecno-cannabis. Fino ad oggi lo Stato di San Marino è stato l'unico a risolvere in modo definitivo il problema. Ha infatti revocato le licenze commerciali alle aziende di distribuzione che importavano e vendevano queste sostanze agli smart shop italiani, negando a questo tipo di prodotti la possibilità di entrare o uscire dalla Repubblica del Titano.
Ma quello che preoccupa di più è che non esistono studi clinici sugli effetti sul sistema nervoso umano, a medio e lungo periodo, di questi «profumatori d'ambiente».
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