Allarme, mancano altri italiani all’appello

Cominciata la rimozione delle macerie del Ghazala: si teme che aumenti il numero dei morti

nostro inviato

a Sharm El Sheikh
Una decina di italiani in vacanza sul Mar Rosso non hanno ancora dato notizie di sé dopo gli attentati di venerdì notte. A quattro giorni dalla strage, l'ansia non attanaglia soltanto le famiglie dei quattro giovani morti e dei due dispersi. Altre persone potrebbero essere rimaste sotto le macerie del Ghazala Gardens Hotel, l'unico dei tre luoghi presi di mira dai terroristi che ancora non è stato sgomberato dalla polizia egiziana. È la stessa Farnesina a manifestare «preoccupazione per un limitato numero di nostri connazionali - si legge in una nota ufficiale diffusa nel pomeriggio di ieri -, sui quali sono in corso accertamenti». L'unità di crisi non precisa quante siano queste persone, che non figurano nell'elenco ufficiale dei dispersi. Il «limitato numero» di persone non rintracciate sarebbe compreso tra i 5 e i 10. Secondo voci non verificate, i dispersi sarebbero 7. «Siamo nell’ordine delle unità» ha precisato il console Fabrizio Saggio.
Il punto è stato fatto l'altra sera in un incontro tra l'unità di crisi del ministero degli Esteri e i tour operator. Gli organizzatori dei viaggi avevano già preso contatto con ogni turista da loro trasportato a Sharm e nessuno mancava all'appello. Alla Farnesina risultava invece che altre persone presenti nella zona del Sinai non avevano chiamato l'Italia per rassicurare i parenti. Turisti «fai-da-te» che erano atterrati sulla penisola egiziana senza approfittare dei pacchetti tutto compreso: amanti delle vacanze «estreme» o più probabilmente multiproprietari che non si spostano con i charter.
Nei giorni scorsi, come era stato fatto in Asia meridionale dopo lo tsunami dello scorso Natale, le società di telefonia mobile avevano inviato un sms a tutti gli abbonati che si trovavano nell'Egitto meridionale invitandoli a rispondere. Moltissimi hanno mandato notizie subito, qualcuno se l'è presa più comoda. Ma di una decina scarsa di turisti appartenenti a vari nuclei familiari non si sa ancora nulla, quattro giorni dopo le tremende esplosioni che hanno devastato questo paradiso tropicale uccidendo 64 persone di cui, secondo la procura generale egiziana, 26 non sono ancora state identificate.
L'altro giorno la Farnesina aveva emesso una nota secondo la quale «continuano a non emergere elementi specifici di preoccupazione». Ieri invece i familiari di questi «irrintracciati» si sono rivolti all'unità di crisi. Le verifiche e i riscontri incrociati in corso da sabato sono stati intensificati. Proprio ieri le autorità egiziane hanno cominciato a rimuovere le macerie del Ghazala Gardens, montagne di detriti finora nascoste con grandi teloni bianchi protetti da inflessibili poliziotti in divisa bianca e basco nero. A giudicare dai miasmi che si levano dalle rovine dell'albergo dove venerdì erano ospitati 500 italiani, il numero dei morti potrebbe aumentare ancora.
Ieri sono giunti in Egitto i familiari di Daniela e Paola Bastianutti, Sebastiano e Giovanni Conti, Rita Privitera e Daniela Maiorana, i sei italiani morti o dispersi. Un aereo messo a disposizione dalla presidenza del Consiglio ha prelevato i congiunti a Galatina e a Catania e li ha depositati a Sharm attorno alle 18,10 (le 17,10 in Italia), dove erano attesi dal console italiano al Cairo Fabrizio Saggio e dal console onorario a Sharm Faiza Frigido. Al gruppo si sono aggiunti anche alcuni funzionari dell'unità di crisi della Farnesina e un medico legale dei carabinieri del Ris di Parma che aiuterà il Dvi (Disaster Victims Investigation) della polizia a riconoscere i cadaveri.
Sul Falcon dell'Aeronautica militare hanno volato Antonio Pizzileo, zio delle sorelle Bastianutti, e il fidanzato di una di loro; Giuseppe Conti e Maria Valastro, genitori dei fratelli Conti; il padre e uno zio di Rita Privitera; il padre e una sorella di Daniela Maiorana accompagnata dal fidanzato. Nessuno ha parlato con i giornalisti all'uscita dell'aeroporto; la signora Valastro piangeva in silenzio sottobraccio al console onorario. E in poche ore si è conclusa la disperata via dolorosa per il riconoscimento delle salme. Due pulmini bianchi li hanno portati prima nell'obitorio di El Tour, a circa 120 chilometri da Sharm el-Sheikh, davanti ai corpi straziati di Daniela Bastianutti e Giovanni Conti.

Poi nelle celle mortuarie dell'International Hospital della località balneare per identificare le salme di Sebastiano Conti e Daniela Maiorana. Dopo lo straziante rito, una notte di dolore sul luogo della strage che i familiari lasceranno già oggi per il rientro in Italia.

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