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Ieri a Milano pareva di essere a New York. Sei ore in anticipo. Sì perché la notte dei saldi ha spostato il fuso orario dello shopping. Verso le 19,30 le arterie della moda milanese non si sono svuotate, al contrario. Camminando in corso Vittorio Emanuele, pareva fosse pomeriggio. Commesse trafelate dentro i negozi pieni, per le strade famiglie con i bambini e tanti giovani. In mano al minimo un sacchetto, in alcuni casi anche tre. «Mi sembra un’ottima idea, così anche chi lavora fino a tardi per una volta può fare le compere con calma» ha detto Laura tenendo stretta stretta tra le mani la scatola delle scarpe nuove, come fosse un tesoro. Non solo il centro, la voglia di fare acquisti ha tenuto svegli anche i residenti di via Lorenteggio. Ad illuminare questa notte speciale una colonna di torce, al centro della via. E poi una mostra di quadri delle scuole d’arte e musica nello spazio dedicato al karaoke. Ha cantato anche l’assessore Tiziana Maiolo: «Voglio una vita spericolata...». E sulle note di Vasco Rossi ha dato avvio ad una serata che in via Lorenteggio ha assunto un valore speciale: «Ho voluto iniziare proprio da qui il mio giro per la città, perché è una zona popolare».
Da Lorenteggio a Paolo Sarpi. La notte dei saldi, infatti, è stata pensata anche come occasione di pacificazione tra i negozianti italiani e cinesi. Peiling dell’«Oriente Store» ha aderito subito all’iniziativa, come lei anche i colleghi dell’«Associazione liberi esercenti» di via Sarpi. Tra un acquisto e l’altro milanesi e cinesi hanno ascoltato le band delle due nazionalità e degustato aperitivi offerti dai gestori dei negozi. Prosciutto di Parma e involtini primavera, perché ieri acquisti e palato non facevano distinzioni. «La verità - ha rivelato il macellaio Walter Sirtori, personaggio storico della via - è che noi commercianti siamo sempre andati d’accordo». Dal pollo alle mandorle alle rose. In via Solferino hanno deciso di festeggiare le acquirenti così: regalando una rosa a tutte le donne impegnate negli acquisti. «Sono contenta perché il negozio è ancora pieno - ha rivelato Giusi Introcaso del negozio “Le Solferine” - certo sarebbe stato meglio se i negozi avessero aderito in massa». In via Solferino, infatti, ieri qualche commerciante è tornato a casa come sempre. Ma chi, invece, ha prolungato l’apertura, decisamente non se ne è pentito. «Riapriamo alle 21». Qualche commessa in Corso Buenos Aires si è organizzata così: con una piccola pausa-cena prima del rush finale. «L’importante - ha sottolineato l’assessore alle Attività produttive - è che tutti i milanesi comincino a vivere la città. Ognuno secondo le proprie esigenze, a seconda dell’età».

Poi a metà serata la sfilata in piazza Duomo. Per l’occasione modelle d’eccezione: «Donne vere taglia 42 e 44, quelle che camminano per strada e che sono stufe di trovare tra gli scaffali dei negozi abiti in miniatura».

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