Allarme nella terra di Benedetto XVI: sempre più moschee e meno chiese

Ci sono 3 milioni di musulmani, mentre i fedeli cristiani calano e le diocesi non hanno denaro

Salvo Mazzolini

da Berlino

Entro la fine dell’anno nel quartiere berlinese di Neukölln sarà inaugurata la moschea di Sehitlik, la più grande della capitale. Avrà quattro minareti alti 33 metri, si estenderà su una superfice di quasi mille metri quadri e sarà la settantasettesima moschea di Berlino. Quasi contemporaneamente in un altro quartiere di Berlino, a Gatow, incominceranno i lavori per trasformare una chiesa cattolica, la Sankt Raphael Kirche, in un supermercato. Una decisione dolorosa ma inevitabile presa dalla diocesi di Berlino costretta a fare i conti con un’amara realtà: il calo dei fedeli e la mancanza di soldi per pagare anche le spese minime della chiesa. Una realtà del tutto sconosciuta ai molti centri di preghiera islamici che proliferano in Germania.
La coincidenza tra l’inaugurazione della moschea di Sehitlik e la demolizione della chiesa di Sankt Raphael è del tutto casuale, ma ha un forte significato simbolico perché sottolinea un fenomeno che si va estendendo in maniera allarmante. Nella terra del Papa, diminuiscono le chiese cattoliche ed evangeliche mentre le moschee aumentano a ritmo impressionante. Alcune cifre. Nei prossimi dieci anni, saranno sconsacrate settecento chiese cattoliche e destinate a scopi prettamente terreni: ristoranti, parcheggi per auto, uffici, alberghi, centri per congressi.
La regione più colpita è proprio la (un tempo) cattolicissima Renania. A Essen la diocesi ha deciso la chiusura di 96 delle sue 350 chiese. Vicino Colonia l’abbazia di Geistingen diventerà una beauty-farm e dove un tempo si pregava ci saranno piscine, idromassaggi, strutture per interventi estetici e cure dietetiche. A Bielefeld, nella Bassa Sassonia, la Martini Kirche diventerà un centro per ricevimenti e matrimoni.
Per gli evangelici la situazione è un po’ meno grave, ma solo perché dispongono di un numero inferiore di chiese. Sul fronte islamico è invece tutto un fiorire di moschee e luoghi di preghiera. Alle 159 moschee già esistenti se ne aggiungeranno 128 già in costruzione, di cui dieci a Berlino, la città più musulmana della Germania. Oltre alle moschee ci sono poi i luoghi di preghiera sistemati nei circoli e nelle fabbriche con una forte presenza musulmana: 2.500.
Un totale considerevole se si pensa che i musulmani sono meno di tre milioni su una popolazione di 82 milioni, prevalentemente di religione cattolica o protestante. Una delle cause del fenomeno è nel diverso rapporto con la religione che distingue i musulmani da cattolici e protestanti. Lo stesso cardinale Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca, ammette che i musulmani hanno un rapporto più intenso e sentito con la propria fede e questo spiega perché le moschee sono più frequentate delle chiese cristiane. Inoltre per i musulmani che vivono in Occidente, quindi in un contesto diverso dal loro mondo, la moschea è qualcosa di più di un luogo di preghiera: è un luogo di incontro e di socializzazione.
Una delle moschee attualmente in costruzione a Berlino, quella di Ahmadiyya nel quartiere di Pankow-Heinersdorf, che si estenderà su una superfice di 5mila metri quadri, sarà un gigantesco complesso con negozi, centri sportivi e scuole coraniche.
Ma dietro la chiusura delle chiese e il boom delle moschee c’è soprattutto una ragione economica. In Germania la tassa per la chiesa è pari al 9% dell’imposta sul reddito e viene destinata alla religione dichiarata dal contribuente. Ma non è obbligatoria e negli ultimi tempi sono sempre più i contribuenti che si dichiarano atei per non pagare la kirchensteuer. Una tendenza che danneggia le diocesi cattoliche e protestanti in ugual misura, ma non le moschee perché i musulmani che pagano le tasse in Germania (di cui un milione con passaporto tedesco) si dichiarano tali anche al momento di riempire il modulo fiscale assicurando così un gettito non trascurabile che finisce nei luoghi di culto islamici.
Ma il gettito fiscale è solo una delle fonti di finanziamento. La moschea di Sehitlik che verrà inaugurata a Berlino è stata finanziata in gran parte da donazioni provenienti dalla Turchia, dall’Arabia Saudita e dagli Emirati del Golfo.

E quasi certamente potranno contare sulle stesse fonti di finanziamento le altre 128 moschee in costruzione. Il risultato è che il culto dell’Islam avanza e le chiese cattoliche e protestanti indietreggiano a casa propria.

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