Via alle donne-jet Le Fanchini frenano «Dossi maledetti»

La Ceccarelli, esclusa, furente col marito. La tachicardìa della Kostelic, l’incognita Mancuso

Maria Rosa Quario

da San Sicario

Il tempo sta cambiando, le nubi hanno cominciato a oscurare il cielo dell’Olimpiade e le prime a subirne le conseguenze potrebbero essere le signore della discesa, oggi in pista per la prima gara del programma femminile di sci alpino. Sarà una lotteria? Possibile. Ma non pensiamoci, anzi, la serata della vigilia ha regalato un magnifico tramonto rosseggiante, a credere nei proverbi bisogna prenderla con ottimismo.
Come Elena Fanchini, in chiara difficoltà nelle tre prove fatte finora, ma sorridente anche quando racconta della fatica che fa per arrivare in fondo a questa discesa di quasi due minuti, tutta salti e dossi, lei che dopo le gare di coppa di St. Moritz ha fatto solo fisioterapia e ginnastica in piscina per 20 giorni. «Ho rimesso gli sci una settimana fa, ho sciato due giorni in un posto sopra Aosta, sono venuta qui per la cerimonia di apertura e poi giù, subito a tutta. Questi dossi mi mandano in crisi, nel tratto centrale perdo un sacco di tempo, tutte passano in posizione e io invece non riesco a stare chiusa, finora ho stretto i denti, in gara lo farò ancora di più».
Ride Elena, non sembra cambiata per nulla dalla ragazzina che un anno fa stupì tutti sfiorando il titolo mondiale della discesa, si avvicina alla gara con la stessa spensierata determinazione di allora, ma con addosso qualche responsabilità in più. «Sono consapevole di essere a un’Olimpiade, anche se in realtà siamo in un albergo isolato e deserto e non vediamo nessuno. Io ci proverò, che cos’altro devo fare?». Stavolta Elena non scenderà con la foto di Marco Pantani sul cuore, ormai relegata al comodino, ieri da festeggiare c’era il compleanno di mamma Giusi più che il secondo anniversario della morte del suo idolo. Oggi la speranza è di fare festa con i molti tifosi che arriveranno da Monte Campione, partenza all’alba con bandiere e buon vino.
Dovesse andare male a Elena, ci sarà sempre Nadia, settima nell’ultima discesa di coppa a Cortina. Ieri il nono tempo in prova l’ha soddisfatta, il numero 22 che avrà in cambio un po’ meno «perché anche se rispetto all’anno scorso il mio pre-gara è una passeggiata, prima parto e meglio è». Nadia cercherà di arrivare al cancelletto all’ultimo momento e poi si butterà a tutta, «più forte che in prova, dove trovo stupido rischiare più di tanto. Questa pista mi piace, ma tutti questi dossi l’hanno resa pericolosa: a cadere in prova non sono state le islandesi che non sanno sciare, ma atlete forti. Poi è lunga, io arrivo a metà con le gambe a pezzi».
Ieri in prova nessuna è caduta, le favorite austriache Dorfmeister e Goetschl hanno frenato, la Kostelic si è sentita male e non è partita (problemi di tachicardia, deciderà stamane se gareggiare), la Paerson ha invece tirato per provare nuove linee. È finita seconda a 7/100 dalla canadese Vanderbeek, due davanti alla Mancuso, che da quando dorme in camper come Miller e Rahlves si è messa ad andare forte. Potrebbe essere lei la sorpresa della giornata, sarà senz’altro lei la punta della squadra Usa perché anche se Lindsey Kildow ha deciso di partire, sembra impossibile che possa andare forte dopo la botta di lunedì.

A proposito di outsider, non sottovalutiamo Lucia Recchia, che ieri aveva la gamba buona e l’occhio vispo, quarta in prova nonostante qualche errore «che in gara non farò». Nella selezione italiana, la Merighetti l’ha spuntata sulla Ceccarelli, furiosa anche con il marito direttore di pista, perché «tutti questi dossi mi hanno fatto soffrire».

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