ALLE OLIMPIADI DELLE FRASI FATTE

Si sono chiuse ieri le Olimpiadi invernali di Torino. Dove in mezzo alle abbondanti nevicate sono piovute anche le frasi fatte. Eccone una manciata, uscita incautamente dall’ugola dei valorosi inviati di Raidue.
Rompere il ghiaccio. L’atleta che sta tirando la boccia del curling, per quanto in tensione, con ogni probabilità preferisce trovarsi davanti a una pista tutta liscia piuttosto che ad una piena di buche. Per tacere degli slalomisti, dei pattinatori e dei fondisti.
Il metallo più pregiato. Un bel guaio quando si è appena detto «d’oro» e si cerca disperatamente un sinonimo. O avete mai sentito qualcuno entrare dal gioielliere e sussurrare timidamente: «Vorrei una collanina del metallo più pregiato, ma non troppo cara»?
Tirare i remi in barca; essere sulla stessa barca. Anche se il buco dell’ozono ha sconvolto il meteo escludendo le mezze stagioni, è raro trovare uno yacht o una canoa a duemila metri. Come ben sa Giampiero Galeazzi, che pure ha sempre gli Abbagnale sopra la pappagorgia.
Transalpino. È vero che Sestriere, Pragelato e Pinerolo sono molto più vicini a Lione che a Zurigo e a Berna, ma oltre le Alpi guardando sia pure distrattamente l’atlante ci vedono anche l’Austria e la Svizzera. Ah, se l’antica maestra avesse dato qualche tre in geografia in più...
Il rovescio della medaglia. Sarà meglio l’altra faccia dell’oro, dell’argento o del bronzo?
Calma olimpica. Che meraviglia se tutti riuscissero a tenere i nervi a posto sempre, non soltanto per quindici giorni. Ogni quattro anni per di più.
Interpretare una pista, interpretare una gara. Raoul Bova e Margherita Buy sono d’accordo. Giorgio Albertazzi e Monica Guerritore scuotono la testa. Elena Sofia Ricci e Daniele Pecci dissentono in pieno.
Il gradino più alto del podio. Vincere la medaglia d’oro va bene, ma volete mettere che emozione salire fin lassù. Infatti anche Giorgio Di Centa, dopo il trionfo della cinquanta chilometri, ha telefonato a casa per annunciarlo: «Che emozione, sono salito sul gradino più alto del podio».
Speriamo che non si tratti di nulla di grave. Il danzatore artistico molla improvvisamente la partner che teneva appesa al braccio e la poveretta sbatte con violenza il fianco oppure un bobbista si rovescia sulla pista rimanendo immobile a testa in giù.

Implacabile arriva il voto che già l’altra domenica ha reso certo meno doloroso il calcione rifilato a Totti. Anche duemila anni fa il progenitore di questi temerari telecronisti usò l’identico beneagurante auspicio mentre Giulio Cesare si beccava la pugnalata numero ventitré.

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