Alle scuola "Ada Negri" è razzia continua

Rom e senzatetto hanno portato via infissi, impianti e metalli, l’edificio è stato recintato, ma inutilmente: i ladri continuano a depredarlo. C’è il progetto: farne alloggi per studenti, ma è fermo. Rocca (Fi): "Siamo preoccupati"

aUna scuola vampirizzata. Arredi, finestre, impianti e pannelli. E’ stato portato via tutto dalle “Ada Negri” del quartiere Comasina. L’edificio ospitava nel 2006 l’Itis Lagrange. Nel 2007 è stato definitivamente abbandonato, e da allora depredato da rom, nomadi e abusivi vari, che ne hanno fatto razzia, arrivando a rubare anche i metalli più o meno pregiati del suo “scheletro”. La sorte dell’Ada Negri è identica a quella della scuola gemella, la Ghandi, demolita pochi mesi fa per porre fine a uno scempio estetico che, per i residenti della zona, si era trasformato anche in incubo di sporcizia e di presenze inquietanti, tutti coloro che in quel vecchio edificio semidistrutto trovavano ancora rifugio o qualcosa da rubare.

Le “Ada Negri” devono essere abbattute, c’è un piano urbanistico ben preciso del Comune: la giunta ha già approvato un protocollo d’intesa con l’Università degli Studi della Bicocca, per convertire l’area abbandonata. Gli edifici che ospitavano 30 classi dovranno far posto a residenze universitarie, alloggi destinati a studenti fuori sede. Un’operazione immobiliare concepita per dare un po’ d’ossigeno alla domanda di alloggi, calmierando anche il mercato degli affitti. Gli alloggi saranno concessi a titolo gratuito per 30 anni, con vincolo di destinazione d’uso, e quota riservata a studenti “capaci e meritevoli”. L’Università si impegna per conto suo a chiedere co-finanziamenti al ministero dell’Università. E il Comune di Milano intende anche farsi promotore di un’Agenzia per l’accoglienza, da insediare in una delle nuove residenze, per favorire l’incontro della domanda e dell’offerta di residenze universitarie.

Per fermare lo scempio delle “Negri” il 2 ottobre il Consiglio di zona 9 ha votato a stragrande maggioranza (tutti i consiglieri tranne Rifondazione) una mozione presentata da Roberto Rocca (Forza Italia) che chiedeva non la demolizione in toto, ma la messa in sicurezza e la rimozione della sporcizia e dell’arredo ancora presente: banchi, lavagne e quant’altro. Una settimana dopo, il 9 ottobre, l’edificio è stato recintato, ma l’intervento non è servito a molto. Le recinzione è abbattuta in parte, proprio là ove entravano i razziatori: “Paradossalmente – dice ora Rocca – la situazione è ancora peggiorata.

La rete usata per i lavori in corso, e collocata sopra la vecchia recinzione, non consente neanche più di vedere cosa accade all’interno. È rimasta la sporcizia, e i materiali, per lo meno non innocui, che cadono dal tetto. I residenti sono preoccupati. Il timore è che resti tutto così”. 

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