Massimo Restelli
da Milano
Da un lato lo sviluppo «industriale» dell’asse con Tata, dall’altro il rafforzamento degli accordi con Saic, Serverstal e Ford. Oltre al banco di prova dei risultati trimestrali, l’amministratore delegato Sergio Marchionne collocherà oggi altri tasselli del mosaico di alleanze su cui si basa il futuro Fiat.
Piatto forte sarà la stretta tra il Lingotto e l’indiana Tata che, dopo l’intesa commerciale siglata a gennaio e mesi di contatti esplorativi, avvieranno un’ampia collaborazione «industriale». Destinata a coinvolgere, come anticipato dal Giornale, sia l’Auto sia la divisione Fiat Powertrain Technologies (specializzata nella produzione di cambi e motori) e ad allargarsi oltre i confini dello Stato indiano. Nel Paese Fiat conta l’impianto di Kurla, a Mumbai, che potrebbe essere rivitalizzato. Un’operazione di ampio respiro che passerà questo pomeriggio al vaglio di un consiglio di amministrazione «denso» di contenuti. Al board, che si preannuncia lungo, sarà presente per la prima volta personalmente il neo consigliere e presidente dell’omonimo gruppo, Ratan Tata, che si trova in Italia già da alcuni giorni.
Oltre alla carta indiana, Marchionne dovrebbe annunciare lo sviluppo dell’accordo con la russa Severstal: si parla di un patto a 360 gradi che sarebbe stato definito nei giorni scorsi. Cui si affianca l’implementazione della collaborazione tra Iveco e la cinese Saic che dovrebbe portare a una partnership a lungo termine per i Tir. Completa il quadro il fronte dell’alleanza con Ford che potrebbe essere ampliata alla produzione dei motori. Attesa infine per la futura generazione della Fiat Bravo, quella destinata a sostituire il modello che sarà presentato all’inizio del prossimo anno.
In definitiva una serie di paletti industriali che contraddistinguerà questo «Fiat day» insieme all’approvazione dei risultati trimestrali: come è noto gli analisti prevedono per l’intero gruppo un risultato della gestione operativa in crescita del 67% a 600 milioni, un utile netto di 270 milioni (più 50%) e un debito industriale netto in calo a 2,64 miliardi (più 14% a 13,7 miliardi i ricavi). Buone le stime per l’Auto, cui il mercato guarda come la cartina di tornasole del recupero messo a segno sul mercato europeo e del gradimento riscontrato dai nuovi modelli: il secondo trimestre dovrebbe evidenziare un risultato operativo di 80 milioni, mentre per l’intero esercizio potrebbe essere superato l’obiettivo prefissato dei 200 milioni. In agenda anche i risultati di Cnh, che continua il proprio trend positivo.
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