«Alleati infami, il premier neppure ci riceve»

Adalberto Signore

da Roma

Per dirla con le parole di Marco Pannella, alla fine «il Giornale è cascato nella trappola». E ha deciso di pubblicare con buon risalto la seduta dell’ultima direzione nazionale dei Radicali, con tanto di scontro all’arma bianca tra il vecchio Signor Hood (così, negli anni di Rimmel, lo ribattezzò Francesco De Gregori) e il giovane segretario Daniele Capezzone. Non certo uno scoop, visto che l’audio-video della direzione, come da buona tradizione radicale, era lì a disposizione di qualunque curioso decidesse di farsi un giro sul sito di Radio Radicale (ieri in tilt fino a sera a causa dei troppi contatti). Una «trappola», dunque. Perché Pannella si dice ben fiero che i Radicali «siano un partito trasparente». Ma soprattutto perché - dopo il can can di ieri e i titoli dei giornali di oggi - può finalmente guardare con un certo ottimismo al congresso che si aprirà domani pomeriggio a Padova. I riflettori sono assicurati.
Alla fine, insomma, un po’ di ragione Pannella ce l’ha pure quando dai microfoni di Radio Radicale gongola soddisfatto per aver «incastrato» il Giornale. Salvo l’unica obiezione - dice più d’uno a Torre Argentina - che una cosa sono l’open party e la trasparenza democratica, altra è Il Grande fratello. O, visto lo scatto d’ira di Emma Bonino, L’Isola dei famosi. Il leader radicale spiega che «liti e bestemmie ci sono sempre state», come a chiedersi che c’è da stupirsi. Eppure, Capezzone che gli rinfaccia di avergli «fatto un culo così» e lui a fargli presente che si crede «di essere un grande stratega» mentre pensa che «gli altri sono tutti stronzi», un certo interesse magari perverso lo suscita. «Ogni giorno dai pagelle!», lo accusa Pannella. «Hai dimostrato una certa fragilità», chiosa la Bonino. E il segretario va in trincea: «C’è un processo al passato unilateralmente rivolto, vabbe’ la colpa è sempre di quello stronzo di Capezzone...». Capitolo a parte, poi, è la querelle sugli alleati dello Sdi. Enrico Boselli? Uno «stronzo», sbotta Capezzone, che «dice che perdiamo peso politico, lui che non ce l’ha mai avuto nella vita». Non si salva nemmeno Romano Prodi. «Il governo e la coalizione si comportano con noi in modo infame. Oh - si accende il segretario - ma è vero o è falso che da quattro mesi non riusciamo neanche a fare un incontro con il premier?». Laconici Pannella e la Bonino: «E che è colpa nostra?». «E va be’, è il destino cinico e baro...», ribatte Capezzone quasi sconsolato. Per poi tornare subito alla carica: «Sulla Finanziaria il governo è sceso di 12 punti ed è a meno sei nei sondaggi. Vogliamo accettare di restare sotto i cocci che verranno?». Un dialogo tra sordi, visto che i due leader storici restano fermi sulle loro posizioni: ora quel che conta «è rilanciare il soggetto radicale e la Rosa nel pugno». E il messaggio per Capezzone è chiaro: basta con i personalismi, come quando sulla fiducia al decreto fiscale «volevi distinguerti». E via un’altra lite, con il segretario a raccontare che sulla questione i sei deputati radicali (la Bonino era assente, ma aveva votato il provvedimento in Consiglio dei ministri) erano divisi a metà («tre da una parte, tre dall’altra»).
Insomma, a dirla con le parole del segretario uscente, «caro Marco non ho capito perché ti devi infilare nel cliché più stupido che contro di te viene usato, quello di Pannella che divora i suoi figli». La risposta arriva ancora una volta da Radio Radicale. «A volte - spiega - bisogna avere il coraggio di far cose che possono apparire impopolari». E poi l’ho fatto «per avere un grande congresso, un congresso più frequentato degli ultimi», perché «il primo dovere» è quello di «rilanciare il soggetto radicale e la Rosa». Che il problema, dunque, sia anche una certa insofferenza per i molti allunghi solitari dell’enfant prodige è solo un’impressione. Nonostante Pannella continui ad affondare colpo su colpo: «Caro Daniele, le grandi persone hanno grandi minimi difetti. Per te, poi, non sono così minimi come per me». E ancora: da segretario «credo che abbia mandato agli iscritti sì e no una lettera in un anno» e «la stessa convocazione del congresso, pensate un po’, io non l’ho ancora ricevuta». Se in direzione il botta e risposta era stato fulminante, dai microfoni di Radio Radicale Capezzone prova ad abbassare i toni («non partecipo a polemiche che hanno tratti autolesionisti», sembra che abbiamo «Tafazzi come spin doctor»). E senza rinunciare a ribadire la sua linea di critica al governo - perché «questo è il momento di aprire una sfida tutta in positivo su diritti civili e questioni economiche» - esclude scontri congressuali sulla segreteria.

«È naturale - dice - che vi sia un ricambio, anche in relazione agli incarichi parlamentari che ho assunto (è presidente della commissione Attività produttive, ndr)». E ancora: «Io sono radicale. E ho intenzione di rimanerlo per ancora tanto, tanto tempo».

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