(...) si è spostata al «Garilli» di Piacenza per capire cosa stava combinando la Triestina. Alle 16.45 esatte di domenica 10 giugno 2007 Riccardo Allegretti da Milano, centrocampista 28 enne che ha passato la sua carriera tra serie B e C con qualche sporadica apparizione nella massima categoria tra Como, Modena e Chievo, è entrato d'ufficio nella storia.
Nella storia del calcio innanzitutto, visto che, per la prima volta, un calciatore che segna in uno stadio viene festeggiato in un altro a 145 chilometri di distanza. Nella storia del Genoa, perché, d'ora in poi, non esisterà pubblicazione sul Grifone che, in qualche modo, non riporti il nome di questo goleador di giornata. «Non so che cosa dire- racconta spensierato Allgretti-. E' strano pensare che, da domenica scorsa, sono più festeggiato dai tifosi di Genoa e Napoli piuttosto che da quelli della Triestina. In tutto questo frastuono che si è creato intorno al mio nome, nessuno si è ricordato, forse anche a Trieste, che il mio gol è servito soprattutto alla salvezza della Triestina». Una punizione che assomigliava molto a quella di Di Vicino che, 3 stagioni fa, condannò il Genoa a cercare la A nella gara con il Venezia. Stesso campo, stessa porta, stessa posizione: «È stato un gol che neanche io mi aspettavo- ammette-. Ho calciato da una certa distanza realizzando la prima rete su punizione della stagione. Ci ho provato per tutto l'anno mi è riuscita all'ultimo ed è stata la più importante per tanti motivi».
Una rete determinante che ha intasato anche la segreteria della Triestina calcio. Marco Cernaz, l'addetto stampa della società giuliana, ancora non crede a quello che è successo in questi giorni: «Da domenica sera arrivano telefonate, fax e mail da Genova di ringraziamento per questo gol- racconta-. Abbiamo i computer intasati! Siamo divertiti ma nello stesso modo sbigottiti. Il "Bubba" (soprannome di Allegretti a Trieste ndr) è diventato veramente un idolo lì da voi». La telefonata più desiderata sarebbe quella di Enrico Preziosi, «non me l'aspetto ma mi farebbe piacere perché al presidente mi lega una bella amicizia- spiega il giocatore-. In fondo è anche la seconda volta che gli regalo la serie A. Giocavo nel suo Como e venimmo promossi in serie A proprio grazie ad un mio gol, ironia della sorte sempre su punizione.
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