Controcorrente

"All'improvviso ho scoperto la persecuzione. Anche la mia famiglia ha pagato il conto"

Quindici anni nella stessa azienda. Tante soddisfazioni, un ruolo di responsabilità. Poi, all'improvviso, l'ufficio diventa l'inferno e le persone che fino al giorno prima sorridevano si trasformano in nemici

"All'improvviso ho scoperto la persecuzione. Anche la mia famiglia ha pagato il conto"

Quindici anni nella stessa azienda. Tante soddisfazioni, un ruolo di responsabilità. Poi, all'improvviso, l'ufficio diventa l'inferno e le persone che fino al giorno prima sorridevano si trasformano in nemici. C.Z. è una donna e mamma di 48 anni. Una lunga carriera nel campo della comunicazione che si è bruscamente interrotta quando l'amministratore delegato della sua ormai ex azienda ha deciso di prenderla di mira.

«Da un giorno all'altro mi sono ritrovata nelle condizioni di dover andar via racconta -. La crisi che da anni colpisce questo settore ha costretto l'azienda a tagliare i costi. Io ero una delle dipendenti più anziane e con lo stipendio più alto. Così, invece di spiegarmi come stavano le cose e trovare insieme una soluzione, hanno cominciato a farmi la guerra». Il baratro è durato più di un anno. Vissuto fra demansionamenti, isolamento, cattiverie gratuite. «Mi hanno rimosso dal ruolo di responsabilità che avevo sul progetto principale dell'azienda prosegue e mi hanno affidato un incarico di pseudo responsabilità su un progetto secondario senza alcun team da coordinare contando su un budget ridicolo. Contemporaneamente, l'ad ha cominciato a mettermi in cattiva luce con i colleghi. Mi sono ritrovata isolata e sono venuta a sapere che più volte ha parlato di me con i colleghi definendomi una vecchia non in grado di svolgere il suo compito». Insomma, oltre al danno la beffa di essere svalutata.

«Il risultato è che mi sono sentita svilita, sempre più insicura dice . E benché cercassi di razionalizzare e di reagire, le tensioni che stavo vivendo al lavoro hanno avuto conseguenze negative anche sulla mia famiglia. Su mio marito e su mio figlio di 18 anni». Adesso l'incubo è finito.

«A chi sta vivendo un'esperienza del genere consiglio di non arrendersi e di farsi aiutare da persone esperte a voltare pagina, ad archiviare l'accaduto e a rimettersi nuovamente in gioco sul mercato del lavoro con nuovi stimoli».

Commenti