Alloggi popolari per i nomadi Il Comune: «Basta sgomberi»

Alloggi popolari per i nomadi Il Comune: «Basta sgomberi»

Pressato da Amnesty e dalla Consulta Rom e Sinti, l’assessore Granelli si è impegnato ieri a Radio Popolare e non effettuare sgomberi se non per ragioni di sicurezza. E di proseguire il percorso che dovrebbe portare prima del 2020 tutti i 3mila nomadi ora presenti in città entro quattro mura, soprattutto alloggi pubblici. Lasciando solo poche aree attrezzate e solo per il transito o le emergenze. Il tutto utilizzando i fondo del Piano Maroni. «Peccato i fondi non ci siano più - lo gela De Corato - cancellati dal Consiglio di Stato insieme al Piano. Che comunque non prevedeva assolutamente la sistemazione dei nomadi in case popolari, questa è una forzatura dell’attuale Giunta».
La situazione della sistemazione dei campi si è infatti enormemente complicata dopo che il 16 novembre il Consiglio di Stato aveva giudicato illegittimo in Piano Maroni per l’emergenza rom. I giudici amministrativi infatti non hanno ravvisato alcuna emergenza. Niente emergenza, niente piano, niente fondi. «L’avvocatura comunale ci ha rassicurato, i finanziamenti rimangono» sostiene invece l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Granelli. Questo dovrebbe consentire alla Giunta di proseguire il progetto per togliere nel giro di 6 o 7 anni l’ultimo disperato dalla strada. «Finanziando progetti per sistemare i rom in casa Aler, qualora vi siano i requisiti, contribuendo ad affitti o mutui, oppure utilizzando strutture delle Onlus» puntualizza L’assessore. In ogni caso senza sgomberi, come ha chiesto l’altro giorno Amnesty International e come ribadirà oggi alle 16.30 la Consulta per i Rom e i Sinti nel corso di un presidio sotto Palazzo Marino.
«Rimarranno solo gli interventi per allontanare le persone accampate in aree a rischio per la loro stessa incolumità, nei pressi di tangenziali o autostrade, oppure di proprietà di privati che hanno fatto denuncia di occupazione - spiega ancora Granelli -. Inoltre nell’ambito della nuova viabilità in vista dell’Expò in primavera 2012 verrà chiuso il campo di via Novara mentre in autunno toccherà a quello di Bonfadini, per consentire l’allargamento della Paullese. Sempre però fornendo un riparo: dormitori per gli adulti, comunità per i minori. Contemporaneamente stiamo organizzando con i diversi proprietari la messa in sicurezza di tutti gli spazi “occupabili”, come le aree delle Poste e delle Ferrovie poste tra Porta Garibaldi alla Bovisa».
«Solo pie illusioni» replica gelido il suo predecessore Riccardo De Corato. «L’avvocatura comunale non sembra una fonte certa di diritto. Caduto il piano, cadono anche i finanziamenti che tutt’al più vanno ridefiniti, ma nell’ambito di nuovi progetti. In ogni caso, rimanendo valido quanto fatto finora, i campi di via Novara, Bonfadini, insieme a quello di via Negrotto, andavano sgomberati entro il 31 dicembre.

Altrimenti andrebbe tutto rinegoziato, ma in base a un piano che non esiste più, quindi privo di fondi. Infine un piccola precisazione: non stava scritto da nessuna parte che i nomadi dovessero finire in case popolari. Questa è una forzatura di questa Giunta “buonista“, che rimarrà solo nei buoni propositi».

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