Benny Casadei Lucchi
nostro inviato a Montreal
Il confronto canadese è impietoso. Michael Schumacher sillumina solo parlando delle vacanze con moglie e amici in quel degli States, del concerto di Madonna qui a Montreal, della partitona Germania-Svezia sbirciata «durante il briefing, e che bravo Podolski, mi spiace solo per Ballack». Non sillumina certo per il quinto tempo in griglia, che rende il suo prosieguo mondiale molto, ma molto rovente.
Fernando Alonso sillumina invece come una cometa che punta dritta verso il bis iridato. Sillumina quando gli ricordano le 26 gare affrontate da leader del mondiale (sequenza iniziata in Malesia, anno 2005). Soprattutto, il campione del mondo, saccende come uno stadio quando commenta la sua pole numero 14, quando dice «siamo stati sempre i più veloci e le Ferrari sono lontane... Non me lo sarei mai immaginato di riuscire a farne cinque di seguito», quando racconta tutta la felicità «per questo team che mi rende fiero, perché non molla mai, perché è capace di mettere due macchine in prima fila alla nona gara della stagione». La seconda monoposto in questione è ovviamente quella di Giancarlo Fisichella, che festeggia così il fresco rinnovo contrattuale. «Sono felice dice -, io e Fernando abbiamo le stesse chances di lottare per la vittoria, con il vantaggio in classifica non ha proprio bisogno di essere aiutato». Kimi Raikkonen, intanto, osserva la coppia Renault con malcelata invidia. È terzo e si dice felice e scontento «perché va bene, ma dopo la mattinata pensavo di fare di più»; felice e scontento è pure Jarno Trulli, anche lui fresco di rinnovo (tre anni con la Toyota) e quarto tempo. «Però a Fisichella non so che cosa gli è passato per la testa: mi ha frenato nel giro veloce e poi lha rifatto dopo».
Chi è solo felice è patron Briatore. Che ha quasi esaurito le battute anti Ferrari e si limita a un prevedibilissimo «le abbiamo messe in fila tutte e siamo da podio con entrambe le macchine»; poi si dedica a vistosa diplomazia motoristica: «Però siamo solo a metà dellopera». Come a dire qualcosa a cui nessuno riesce più a credere: che oggi nella gara tutto possa ancora succedere. Si vedrà. Intanto non sono un bel vedere gli sguardi tristi degli uomini rosso vestiti. Anche prima dellora di qualifiche, la bandiera rampante si andava via via tingendo di un bianco virtuale che sapeva di resa: «Dai test del Castellet pensavamo di essere veloci, invece non lo siamo abbastanza... E in qualifica più di tanto non potremo fare». Previsione tristemente confermata.
Ma cè unaltra previsione: quella firmata da kaiser Schumi. Lenorme tedesco dice che «ha ancora un asso nella manica, la strategia; certo però che partire dalla terza fila non può rendermi felice. Che cosa non va? Non abbiamo aderenza, ma non sappiamo se sia dovuta alle gomme, alla macchina, allassetto». Gli chiedono: quale può essere il segreto per cambiare le sorti della gara? «Se qualcuno lo sa che me lo dica».
Dulcis in fundo, ma si fa per dire, Felipe Massa, decimo. Anche lui non sillumina, sincacchia però. Pensando alla radio rotta, al messaggio da mandare al box per regolare, durante la sosta, lalettone, messaggio che nessuno ha ricevuto. «Per questo mi sbracciavo...
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