Massì, basta! Non se ne può più. È un assedio, un incubo, un horror, seppur tinto di rosso. Rosso shocking. Lo diciamo senza troppi giri di parole: Babbo Natale ha rotto i maroni. Punto e basta. Per strada, al supermercato, in tv, al cinema, in aeroporto, fuori dalle scuole, dovunque. Incombe, insegue, inquina. Si avvicina e sussurra petulante, tra le bancarelle: perché non mette una firma sullappello per la salvezza dellorso polare? Schivato il primo, ne avanza un altro, più baldanzoso: ecco per lei il coupon per il biglietto dingresso scontato allo show di sabato prossimo, i bambini fino a dieci anni entrano gratis. Svoltato langolo, ti si para davanti un terzo fantoccio, più ammiccante e giovanile, pur sempre sotto la barba posticcia: prenda il dépliant con la mega-offerta per la crociera ai Caraibi, non può perdere unoccasione così...
Affrettare il passo non serve. Regali, offerte, sconti, condizioni favorevoli tutte imperdibili. Ogni location è buona per lagguato. Babbo Natale monta una marcatura a tutto campo, che manco un terzino della Juventus del Trap. Asfissiante. Un cialtrone chiassoso, opulento, allegro e ridanciano per contratto. Che agisce con lalibi di far contenti i bambini under 5, visto landazzo dei nostri figli da Mamma ho perso laereo. Il tutto senza che sintuisca, nemmeno alla lontana, il motivo di tanta letizia.
Il Natale? Sì, certo: un pretesto per blandire, spendere, ruffianeggiare, consumare, fare regali, pacchetti con i fiocchi. Senza pretendere di ripartire dalla Natività cristiana, rimosse in toto anche le origini del santo dal quale scaturì la più recente tradizione di Santa Klaus. Era Nicola di Myra, un vescovo turco del IV secolo, divenuto famoso per i suoi regali ai poveri della città, e al quale, dopo numerose reinterpetazioni, fu intitolata la festa olandese di Sinterklaas (compleanno del santo). Ora quel barbone bianco incorniciato di rosso, è il simbolo più calzante della globalizzazione, del capitalismo decadente, dellottimismo programmatico. Ci vorrebbe una moratoria, una tregua, almeno una pausa di riflessione: quando si è disperati ci si può accontentare anche di quella.
Se a fine giornata, stremato, accendi la tv nellillusione di sfuggire allassedio, la pubblicità ti dà il colpo di grazia. Santa Klaus ti assale sul divano, uno spot dietro laltro. Unorda, una calata, uninvasione di gabibbi dotati di barbone ma con meno ironia. La più gettonata delle bibite arriva sulla slitta con le renne. Poi cè un caffè talmente buono che Babbo Natale mette le tende in casa per continuare a gustarselo al posto del proverbiale brandy. Poi le tre principali compagnie telefoniche hanno scelto la versione vip di Santa Klaus. Cè Christian De Sica canzonato da Belen Rodriguez che finisce in ospedale. Cè Francesco Totti che ingrassa a vista docchio mentre fa gli auguri a tutti, amici e conoscenti, grazie alla card ricaricabile.
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