Almunia bacchetta l'Italia "I conti sono a rischio"

Bruxelles parla di "risanamento inadeguato": "Il Bel Paese ha fatto previsioni di crescita ottimiste". Gli uomini del fondo monetario a Roma per un'ispezione. Montezemolo: "Il Paese assomiglia a un suk"

Almunia bacchetta l'Italia 
"I conti sono a rischio"

Roma - Nel giorno della caduta del governo Prodi in Senato, un documento della Commissione europea sfata il mito del risanamento dei conti pubblici. Conti che, al contrario, «rischiano di deteriorarsi sostanzialmente» quest’anno. «I risultati di bilancio del 2008 - si legge nel rapporto del commissario Almunia sul programma di stabilità italiano 2007-2011 - potrebbero essere peggiori di quanto previsto dal governo italiano». E mentre la Commissione apre gli occhi al Paese, la situazione politica - come dice il presidente della Confindustria Luca di Montezemolo - «è vicina al suk».

Conti 2008 «a rischio» Nel mirino della Commissione, in particolare, l’uso improprio del «tesoretto» fiscale nel 2007, e l’intenzione manifestata dal governo Prodi nell’ultima legge finanziaria di ridurre le tasse sui salari «senza misure appropriate per il taglio della spesa pubblica» e in presenza di una crescita economica in «significativo calo». Così anche i positivi risultati del 2007, afferma il documento europeo, rischiano di deteriorarsi. Ma gli stessi risultati dell’anno scorso, sottolinea la Commissione, avrebbero potuto essere migliori se nel corso del 2007 non fossero state decise spese aggiuntive, non in linea con la riduzione del disavanzo richiesta dalla Eurogruppo.

Risanamento inadeguato Il cammino del risanamento è dunque «inadeguato», mentre «dovrebbe essere rafforzato per portarlo in linea con il patto di stabilità europeo». E così - rileva il documento di Almunia, che sarà presentato ufficialmente mercoledì prossimo a Bruxelles - l’Italia non soltanto «non rispetterà il pareggio di bilancio nel 2010, come indicato dal documento dell’Eurogruppo lo scorso aprile, ma potrebbe non raggiungere l’obiettivo neanche nel 2011». Gli uomini di Almunia spiegano le loro riserve: l’aggiustamento di bilancio è infatti caricato negli anni successivi al 2008, ma il programma di stabilità firmato da Tommaso Padoa-Schioppa non offre informazioni sulla strategia di risanamento. Pertanto, la Commissione raccomanda all’Italia di «rafforzare gli obiettivi di bilancio per il 2008, in modo da accelerare la riduzione del deficit e del debito pubblico.

Italia vulnerabile Un debito pubblico «molto al di sopra del 100% del Pil e la persistente debolezza dei conti, nonostante i miglioramenti, aumentano l’incertezza sulla crescita dell’economia e generano costi elevati, rendendo l’Italia vulnerabile ad aumenti dei tassi d’interesse», osserva il documento della Commissione. Nessun accenno invece alle ipotetiche risorse per la redistribuzione, promesse da Prodi ai sindacati. È evidente che non esistono, anzi il «rafforzamento» al quale fa cenno il documento potrebbe, alla fine, tradursi nella richiesta di una manovra correttiva a metà anno.

Montezemolo: siamo al suk «Vedo quello che sta succedendo, mi sembra che siamo veramente vicini al suk». Così il presidente della Confindustria, Luca di Montezemolo, commenta il momento politico. Non è un commento lusinghiero. Dopo un primo apprezzamento sulla riduzione del cuneo fiscale all’inizio della legislatura, il giudizio degli industriali sull’operato del governo è andato progressivamente peggiorando. Ora, il centro studi della Confindustria prevede una crescita economica 2008 inferiore a un punto percentuale (lo 0,9%): se non è recessione, poco ci manca.

Il Fmi a Roma Sempre ieri ha preso il via l’ispezione annuale del Fondo monetario internazionale in Italia. Il primo incontro della missione guidata da Alessandro Leipold è stato in Banca d’Italia. L’agenda degli incontri non dovrebbe subire variazioni a causa della crisi, anche perché non era previsto un appuntamento con Padoa-Schioppa.

«C’è un certo livello di instabilità politica in Italia», ha commentato da Washington il direttore delle relazioni esterne del Fmi, ma per il momento non ci sono valutazioni sull’impatto della crisi politica sull’economia del nostro Paese. Per conoscere le nuove previsioni di crescita del Fmi, bisognerà attendere la settimana prossima.

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