Seconda pole di fila, sessantasette millesimi davanti a Vettel, quasi due decimi su Hamilton, oltre mezzo secondo su Button e il tutto dopo un giro da paura e un festival di gomme che stridono e urlano la rabbia del campione per le critiche ricevute in questi mesi. Errori e imperfezioni che se guidi una F1 di tanto in tanto saltano all’occhio, errori e imperfezioni che se guidi una Ferrari è impossibile non notare. Ma ieri, Fernando Alonso è stato un robot, e come nel sabato di Monza ha zittito tutto e tutti, rivali e critica, portando alla pole una Ferrari non buona, di più, una Ferrari meravigliosa che fa al tempo stesso felice e infelice patron Stefano Domenicali. «Perché non va bene - racconta il direttore della Gestione sportiva - con un’auto così avere un pilota che parte davanti a tutti e l’altro che scatta ultimo. Peccato per Felipe, quel problema al cambio nel Q1 non ci voleva proprio».
La Ferrari della grande rimonta emoziona e rende fieri perché sta mantenendo fede a quanto promesso, perché non è stata fermata dalla furberie altrui e dai processi, perché la gente di Maranello è rimasta concentrata e l’auto è cresciuta sempre di più. Merito dell’Alonso motivatore che scende dall’auto e passa giorni in fabbrica, merito del Domenicali parafulmine che sa alternare con sapienza durezza e sorrisi per tenere alta la pressione sulla sua gente. Una Rossa, dunque, caparbia che vede premiato l’impegno in fabbrica e in pista e l’onestà intellettuale del progetto F10. Auto vera, questa, senza interpretazioni furbette come la rivale Red Bull. Perché va notato e sottolineato: Singapore è un Gp fotocopia di Budapest nel senso di tortuoso e di gomme uguali uguali: supersoft e medium qui come là. E là, le Red Bull volavano con le ali mobili e i musi che flettevano, trattasi di escamotage in parte annullati dai controlli più rigidi introdotti dalla Fia subito dopo.
«Non sono state qualifiche facili, pensavo che le Red Bull avrebbero dominato anche di sabato, è una bella sorpresa» racconta Fernando ancora sudato, stanco come chi ha sfiorato a 300 all’ora dei fottutissimi muretti. «C’erano molte incognite poiché avevamo girato poco in condizioni d’asciutto e siamo arrivati alla qualifica senza essere certi su come affrontare alcune curve. Diciamo che nella q1 e q2 ho preso la mano e nel q3 è arrivata la pole. Ho dato il 100%, proprio come l’auto, era questo il mio obiettivo». Gli fanno notare del problema di Felipe: «Abbiamo subito cercato di mettere in sicurezza la mia macchina; in effetti stavamo provando anche delle soluzioni nuove, ma dopo quel guasto siamo tornati a impostazioni standard... Quanto ai miei problemi nel q2, erano dovuti a una mappatura sbagliata del motore. L’abbiamo messa subito a posto e per fortuna sono entrato nella q3.
Alonso: "Ma che sorpresa 'sta pole". Massa ko
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