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Alonso: «Facile vincere Andavo anche piano»

La Renault e lo spagnolo s’involano. Fernando: «Alla fine correvo al 70%». Fisichella: «Il motore si è spento e non è colpa mia... peccato, potevo vincere»

Benny Casadei Lucchi

Il problema per gli altri, tutti, è che questi signori su auto francese gestita da manager piemontese non fanno fatica. Di volta in volta domina uno o domina l’altro. E se capita per iella e simili questioni di partire ultimi, mal che vada si finisce al quinto posto. Ma è la pratica del vincere Gran premi che imbarazza, giusto per citare patron Flavio Briatore, tanto sembra diventata questione facile facile. Lo ammette a fine corsa Fernando Alonso: «È stata una gara semplice, sicuramente più che in Bahrein e Malesia. Ho una grande macchina, alla fine ho pensato solo a gestirla in vista del prossimo Gran premio, a Imola... diciamo pure che sono andato al 70 per cento del potenziale. Appena schiacciavo l’acceleratore, alle ripartenze quando la safety car se ne andava, mi pareva di essere un canguro che saltava e balzava in avanti».
Il fatto è che lo spagnolo campione del mondo non scherza e ha ragione. Basta osservare la soddisfazione con cui Kimi Raikkonen, secondo, ha accolto il risultato, conscio che ieri proprio non ce n’era: mai avrebbe potuto acciuffare il fuggitivo. Alonso è andato in testa alla prima ripartenza, beffando il pole man Button, dopo che la safety car era entrata per mettere ordine in seguito al botto alla prima curva che aveva trasformato in prosciutto e formaggio il povero Felipe Massa, finito a sandwich tra la Red Bull di Klien, la Toro Rosso di Speed e la Williams di Rosberg. Quest’ultimo ritirato come il brasiliano. Dopo di che, non c’è stato più dubbio su chi avrebbe vinto il Gp: Fernando da Oviedo. Il giovane campione del mondo ha speso più energie a tranquillizzare il proprio box, «perché alla radio continuavano a dirmi di non forzare, ero io a rasserenarli perché mi sentivo molto rilassato... A ben vedere, l'unica cosa fastidiosa è stata perdere una ventina di secondi di vantaggio quanto entrava in pista la safety car». Per la cronaca, quattro volte per altrettanti, significativi, botti: appunto quello di Massa, poi Klien, poi Schumi, poi Liuzzi. E ripetendo la metafora del canguro: «Oggi in classifica ho fatto un bel salto, 28 punti». Vero, tanto più che i diretti inseguitori, Raikkonen e Fisichella, sono appaiati a 14 punti. La metà. Una vita.
Un capitolo a parte merita proprio il romano, che partiva dalla prima fila, ma al via, davanti al semaforo, si è trovato con la macchina spenta. Briatore l’ha detto a chiare lettere, ha sbagliato Giancarlo con il sistema antistallo e il motore si è piantato; Fisico ha ribattutto altrettanto chiaramente: «Se la gara non è stata quella che sognavo, non è per colpa mia. Nel giro di installazione si è inserito il sistema antistallo e purtroppo non c'è modo di toglierlo. Il motore si è spento e sono stato obbligato a ripartire dalla corsia box... Sono soddisfatto del Gp, da ultimo a quinto (complice la beffa subita dal povero Button, con il motore arrosto a dieci metri dal traguardo, ndr)... Non solo: quando stavo rimontando ho avuto diversi altri problemi: per esempio, ho perso la telemetria ed abbiamo dovuto sistemare a distanza un guasto di elettronica. Il motore ha perso moltissimi cavalli, tanto che era difficile anche restare in scia... Se penso che oggi avrei potuto vincere, non posso non essere deluso».
Non è e non può essere, ovviamente, deluso, Flavio Briatore che con il pallottoliere stampato in mente fa già di conto e porge la significativa sentenza: «Quest’anno siamo addirittura messi meglio rispetto alla scorsa stagione... Abbiamo fatto tre su tre, mettendo dei bei punti in banca. Ora dobbiamo cercare di gestirli al meglio. Nel 2005, il campionato lo abbiamo vinto così».

E il pallottoliere non lascia adito a dubbi: 42 punti la Renault, 23 la McLaren, solo 15 la Ferrari.

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